È sempre difficile creare una premessa logica a un articolo. Figuriamoci poi se nell’articolo ti sei promesso di stilare un personale classifica degli amari che si dovrebbero provare almeno una volta in questa estate che sta arrivando.
In un caso simile l’unica premessa che ci resta sono “le mani avanti” e le scuse preventive per tutto quello che scriverò e per tutti quelli di cui mi dimenticherò.
Preciso innanzitutto che: questa è una lista, non una classifica. Sono suggerimenti e non sponsorizzazioni. Il gusto è personalissimo e altamente opinabile, quindi parlerò solamente di quei prodotti che per qualche motivo hanno accalappiato la mia curiosità e… in rigoroso ordine alfabetico!
Ho eliminato produzioni industriali e marchi storici, per concentrarmi su prodotti un po’ più inusuali e magari da scoprire.
AMARA
L’imperdibile. Questo è un amaro che negli ultimi 2 anni ha avuto, credo, i migliori exploit di distribuzione di tutta l’Italia. L’intuizione di Rossa srl, è stata quella di puntare forte sull’arancia rossa di Sicilia IGP, che viene posta in macerazione, insieme alle altre spezie.
Questo fa di Amara un amaro che sembra anche un bitter aromatico, di quelli da sprizzare, senza fare nomi. L’amaro non è sicuramente ficcante rispetto agli altri, in compenso il suo aroma e la sua genuinità italiana non temono nessun confronto. Con queste premesse lo vedremo ben presto distribuito capillarmente in tutta Italia.
AMARO DEL CICLISTA
L’infaticabile. Prodotto da Casoni a Modena. Questo amaro, alla vista sembra il più classico tra quelli che ho scelto. Scuro e bello denso. Al naso invece ti sorprende, con una nota balsamica Alpestre, che si lega con note citriche e di rabarbaro.
Al gusto è sontuoso, amaro netto quanto basta e un bilanciamento spettacolare, che ti lascia la bocca pulita di liquirizia, menta, rabarbaro, cannella e china. Uno dei migliori amari in stile alpino che si trovino in commercio.
AMARO TONICO
L’indimenticabile. Il primo sorso, negli anni ’90, mi fece capire che era possibile una via alternativa all’amaro commerciale. Prodotto in maniera artigianale dalla mitica distilleria Varnelli di Macerata, è forse il prodotto commerciale che più si avvicina agli amari erboristici.
Non filtrato, solo lievemente imbrunito dai caramelli, questo prodotto si riconosce per la sua opalescenza caratteristica, data dall’utilizzo come edulcorante di miele dei Monti Sibillini. Particolarmente ficcanti sono le note amare di genziana, china e rabarbaro che si rincorrono tra il naso e il retrogusto.
ASSEDIO
L’intraprendente. Prodotto da DUIT, un piccolo e giovanissimo opificio di Firenze, questo amaro sta facendo parlare di sé. Non filtrato e non caramellizzato, nel bicchiere sembra innocuo, quasi somigliante a un limoncello. Quando avvicini il naso ti invade un aroma che lascia di stucco. Potente, inebriante ma allo stesso tempo scanzonato.
Al gusto l’amaro ficcante di tonnellate di genziana viene sorretto e scortato da agrumi, liquirizia, spezie dolci e iris di Firenze. La bevuta è liscia e rinfrescante, un sorso ne chiede subito un altro. Ben rappresenta la resistenza della natura, contro l’assedio delle massificazioni del gusto.
JEFFERSON
L’imbattibile. Prodotto per conto del Vecchio Magazzino Doganale dalla distilleria Quaglia ( qui solo il nome vale una menzione d’onore) questo amaro risulta il più premiato degli ultimi anni. E a ben vedere poche volte i premi hanno rispettato le esigenze di pubblico e critica. Piace ai professionisti e ai consumatori finali.
L’idea di base è quella di un mediterraneo, dove quindi le sensazioni amare di assenzio e genziana, si fondono perfettamente con l’aroma degli agrumi calabresi e in particolar modo con il limone di Rocca Imperiale IGP. La bevuta è fresca, nettamente amara ma allo stesso tempo piacevolissima.
Aperti al confronto e all’integrazione con i vostri amari del cuore…
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