London Wine Fair 2023 si conferma un crocevia culturale e affaristico di massimo interesse. Aumenta la presenza italiana.


Guardare altrove per ampliare le nostre competenze, intuire le tendenze dei mercati e comprendere quanto e come sia possibile progredire: spiritoitaliano.net ama sbirciare nelle grandi manifestazioni internazionali.


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Il 2023 ha segnato la reale ripartenza del settore fieristico e anche il Regno Unito ha riportato il suo salone enoico più rappresentativo nel tradizionale slot temporale dopo lo shift 2022. London Wine Fair meritava rigorosamente un focus per quelle peculiarità che la rendono comunque speciale nel pool delle rassegne europee.


Con grande piacere, diamo oggi il benvenuto sulla nostra piattaforma a Irina Mihailenko, consulente enogastronomico, digital marketing specialist ma, innanzitutto, stimata professionista del settore vino che ci riassume i valori di una esposizione come quella londinese.

A fair lady for a fair event to talk abouthappy reading!

[ndr]



London Wine Fair 2023 e l’importanza del mercato UK


London Wine Fair 2023 si è svolta dal 15 al 17 maggio chiudendo con una presenza di oltre 10.000 visitatori e circa 400 espositori da ben 30 paesi. Non è una fiera da grandissimi numeri, ma il mercato UK lo è, ed è riservata esclusivamente ai professionisti del settore.


Spirito Italiano London Wine Fair
foto: IM ©

London Wine Fair è suddivisa in aree dedicate alle regioni e agli importatori e con grande piacere ho constatato l’incremento notevole della presenza dei produttori italiani. La dashboard dei produttori presente sul sito ufficiale metteva in evidenza le aziende in cerca di un distributore per il Regno Unito e da poco hanno attivato un’applicazione che consente a qualsiasi produttore o visitatore di creare in autonomia il proprio profilo personale e gestire da lì tutte le attività correlate.


Dedicando molto tempo allo studio del Wine business si capisce bene l’importanza del mercato UK per la maggior parte dei paesi produttori nel settore vinicolo. Per l’Italia il valore dell’export in questo paese si traduce nel 9% del totale (dati relativi al 2019) che posiziona UK al terzo posto dopo USA e Germania.


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Per me è stato il secondo anno consecutivo come visitatrice e ho scelto di farlo per la preziosa possibilità di assaggiare vini provenienti da diverse parti del mondo. Pochi tra i paesi vitivinicoli più importanti non erano rappresentati come nel caso della Germania, circostanza che mi ha sorpreso molto visto il peso che UK ha per i buyer tedeschi.

A differenza dello scorso anno, ho notato in London Wine Fair 2023 un interessante turn-over delle regioni presenti con notevole incremento di Grecia e Portogallo oltre, come già scritto, l’Italia.


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Incredibile lavoro e coesione ha mostrato proprio la Grecia durante questa edizione di London Wine Fair. L’interesse sempre più crescente verso splendidi esemplari di Assyrtiko di Santorini e in parte minore verso Xinomavro ha lasciato nell’ombra, in questi ultimi anni, altre aree importantissime. Qui, al contrario, la rappresentanza di tutte le altre regioni è stata ben evidenziata, dando visibilità in modo brillante e interattivo alle 9 zone dei vini PGI (Protected Geographical Indication) della Grecia.

Lo stand unico, che dà un senso di profonda unione, la degustazione alla cieca dove non viene indicato il nome del produttore fornendo solamente una scheda tecnica dettagliata, le masterclass guidate dal Master of Wine Yiannis Karakasis – neanche su mia precisa richiesta mi ha fornito il nome dei produttori dei vini che abbiamo degustato… – rappresentano senza alcun dubbio un bel modo di promuovere il territorio e di fare gruppo. Da prendere come esempio.


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Lo stesso Regno Unito, come Paese produttore, non è mai stato considerato “di peso” fino a poco tempo fa ma i numeri stanno cambiando e, soprattutto, la qualità e la complessità dell’English Sparkling: il mondo delle bollicine metodo classico inglesi. L’ultimo rapporto sulle vendite di WineGB, basato sui dati del 2021, ha rilevato che ci sono 30 mercati di esportazione con un particolare interesse da parte di quelli scandinavi.

Si tratta ormai di oltre 100 cantine e i nomi come Nyetimber, Ridgeview, Gusbourne, Chapel Down and Bolney Wine Estate sono tra quelli più importanti. Il 15 giugno 2022 è stata una data storica per la regione del Sussex quando è stata approvata la PDO (DOP) per il Sussex Sparkling Wine.


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Ho assaggiato delle bollicine splendide e molto complesse come ad esempio Cuvée Brut 2019 (60% Chardonnay, 25% Pinot Noir, 15% Pinot Meunier) di Busi-Jacobsohn. Oltre al cambiamento climatico, che favorisce generalmente la viticoltura nelle zone più fredde, i produttori cominciano ad avere un po’ di vini di riserva con la possibilità di creare cuvée più complesse e di grande pregio. Rimane il fatto che per ora qui le rese difficilmente superano i 25 ettolitri per ettaro (nonostante gli 80 ha permessi nel caso dei vini PDO) e gli sparkling inglesi non sono mai economici rimanendo un prodotto di nicchia.


Tornando qui era inevitabile soffrire un po’ la nostalgia ripensando al “The Great Bourgogne Reunion” che fu l’evento esclusivo del 2022 a cui ebbi il privilegio di partecipare e che mi consentì sia di assaggiare delle vere chicche provenienti da una zona così prestigiosa che di conoscere personalmente diversi produttori di Borgogna creando così quei contatti che spero mi porteranno presto a visitarli uno ad uno.



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Vorrei poi evidenziare l’importanza delle aree educative nelle fiere come questa. Un grande interesse verso numerose masterclass ormai è un trend consolidato che funziona bene in qualsiasi sua forma, ovunque esso venga presentato, e mi ha particolarmente colpito l’interesse dimostrato verso i percorsi di formazione così complessi come il diploma del WSET.

Le masterclass dedicate all’introduzione del Diploma sono state tra le più affollate. Il percorso è alquanto impegnativo e, nonostante che il provider principale, ovvero la casa madre London Wine School, dichiari che ci vogliono 500 ore di studio privato, oltre al corso stesso, la realtà è che questi numeri vanno praticamente duplicati, con qualsiasi livello di preparazione ti ritrovi alle spalle e con un cospicuo investimento economico. D’altronde significa che ci sono sempre più professionisti e appassionati che vogliono certificare le loro competenze ai massimi livelli, un fatto assolutamente da non sottovalutare.


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Riguardo ai trend del packaging, degli stili e delle tendenze generali la fiera London Wine Fair è una vetrina molto immediata e penso che i professionisti del settore e anche i produttori stessi dovrebbero dedicare un po’ del loro tempo a visitare fiere come questa.


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Dovrebbero farlo non solo per visitare un mercato di vitale importanza, mantenendo vivi i propri rapporti con i colleghi, ma anche perché sono esperienze che ti fanno “toccare con mano” i cambiamenti che avvengono attorno al globo, capire le diverse visioni, i progetti, le attività di promozione in modo ottimizzato ed efficiente; una sorta di viaggio virtuale prezioso visto che viaggiare molto è sicuramente un lusso riservato a pochi, non solo per il denaro ma anche per il tempo da dedicarci.


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Potrebbe aiutare anche a comprendere come si può rispondere a queste tendenze con un giusto approccio ed equilibrio, che spesso inizia semplicemente dalla comunicazione dei propri valori. Purtroppo capita spesso, troppo spesso, che non sono i valori a mancare ma una loro comunicazione professionale, mirata e continuativa.



Spirito Italiano London Wine FairIrina Mihailenko – Spirito Italiano writing staff




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