Il prof Skovenborg elogia lo stile di vita italiano e sposa la causa del consumo moderato di alcol. Perché la terza via c’è, basta volerlo!
“Diversi studi dimostrano che un consumo moderato di alcol, se associato alla buona abitudine di fare esercizio fisico, non porta a un incremento del rischio cancro”.
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No, non sono le solite parole dette da noi fra un calice e l’altro. Sono le affermazioni del medico danese Erik Skovenborg, specializzato in medicina di famiglia e che ha dedicato proprio ad alcol e salute 30 anni di ricerche, articoli e studi, impegnandosi attivamente in associazioni e gruppi di lavoro internazionali.
L’incipit di questo articolo sembra ovviamente richiamare tante delle etichette alimentari che vediamo in giro e che utilizzano “l’esercizio fisico quotidiano” per giustificare qualsiasi tipo di assunzione.
Comprendiamo il vostro sorrisetto ma in realtà lo splendido articolo di Giulio Somma sull’ultimo Corriere Vinicolo dà importantissimi opportunità di seria e sana riflessione e sapete quanto noi di SI.net ci teniamo.
Il prof. Skovenborg parla da luminare vero e non da medico di parte. Analizza pro e contro e “smonta” alcuni luoghi comuni semplicemente perché non dimostrati.
E poi, essenzialmente, scopre l'”uovo di Colombo” affermando però una grandissima e inconfutabile verità e scagionando il vino semplicemente perché a condizionare il nostro stile di vita sono decine di comportamenti, ognuno dei quali può avere impatti positivi o negativi sulla nostra salute.
Si fa riferimento a uno studio di Bergmann e altri, pubblicato dall’International Journal of Epidemiology qualche anno fa, basato sui dati Epic (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), che su 268.442 donne europee, mostra come l’assunzione di alcol in maniera lieve o moderata non mostra una correlazione diretta con l’incidenza delle patologie tumorali.
«Se prendiamo come gruppo di riferimento le donne che consumano alcol in maniera lieve, quindi inferiore a un bicchiere al giorno, per tutta la vita, invece che il gruppo dei non bevitori (che consumano alcol ad un livello così basso e talmente di rado che presumibilmente non potrebbe avere alcuna influenza sul rischio di ammalarsi), il risultato è che tra le donne che consumano un drink al giorno per tutta la vita il rischio di mortalità legato a tutte le cause si rivela minore, con un HR (“Hazard Ratio”,che possiamo tradurre come il rapporto di rischio nell’analisi di sopravvivenza, ossia il rapporto tra i tassi di rischio istantanei di un evento in due condizioni che si vuole paragonare, ndr) di 0,92 (0,86-0,98)».
Elogio della dieta mediterranea e dello stile di vita italiano. Per Skovenborg non è tutto rose e fiori ma il nostro saper apprezzare la vita si concilia benissimo con la salute se solo lo vogliamo: «In realtà, l’esempio ci arriva proprio dal patrimonio culturale italiano, che è intriso ovunque di una visione positiva dell’assunzione moderata di vino, legata alla tavola, al mangiare in compagnia con familiari e amici, cui fa da contraltare una visione decisamente negativa del binge drinking e dell’ubriachezza più in generale».
Leggetevi il bell’articolo sul Corriere Vinicolo (fonte: UIV) e passate una Pasqua serena con calici di vino e distillati da assaggiare con moderazione e il giusto spirito. AUGURI!
fonti: Corriere Vinicolo UIV
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