I 6 New Make della nuova distilleria Strada Ferrata, l’innovativa qualità superalcolica italiana.
L’avevo promesso qualche giorno fa nell’articolo sulla nuova realtà di Strada Ferrata, l’innovativo progetto di Agostino ArIoli, Benedetto Cannatelli e Marco Giannasso che ho avuto il piacere di visitare.
si legge (più o meno) in: 4 minuti
Vedere la distilleria a Seregno era fondamentale per comprendere bene l’idea ma, lo confesso, ero tremendamente incuriosito dall’assaggio dei loro primi prodotti: i loro New Make da mettere alla prova.
Ho preferito quindi raccontare prima l’esperienza, la filosofia, i luoghi e le prospettive per poi concentrami sugli aspetti meramente gustativi da raccontare a voi.
Se volete rileggetevi brevemente l’articolo introduttivo di pochi giorni fa, se invece non vi va e siete troppo impazienti, permettetemi comunque di proporvi la stessa colona sonora di sottofondo, quella che rende l’idea di cosa significa salire la scalinata verso il cielo con nuove idee.
I New Make di Strada Ferrata
Il futuro di Strada Ferrata è ovviamente tutto da scrivere, sicuramente (da mastri birrai) si punterà sempre fortemente sull’attenta selezione dei malti e dei lieviti per ottenere i giusti profumi e sapori desiderati al termine della fermentazione.
Nella mia valutazione è stato considerato chiaramente che ogni cosa qui è “work in progress” in attesa di stabilizzarsi, di perfezionarsi o, ancora, di trasformarsi (la prima distillazione è stata fatta 8 mesi fa, se vogliamo far diventare whisky il distillato occorre attendere per l’invecchiamento fino al 2024, nel rispetto delle normative europee).
Strada ferrata ha l’intenzione di proseguire su 2 binari: quello da pochissimo pronto dei New Make e quello del Whisky all’Italiana con probabile invecchiamento in botti ex birra, botti nuove, botti ex bourbon ed ex sherry.
Nel frattempo abbiamo messo alla prova i primi 6 New Make di Strada Ferrata:
- Originale
- Cascadian
- Capperis
- Levante
- Torbato
- Füm
Originale
E’ Originale nel verso senso della parola ciò che esce da Tony (l’alambicco) nudo e puro dopo averlo riempito con malto Monaco 100% italiano (il malto delle birre rosse giusto per farci una idea) fermentato da lieviti di tipo Saison, di derivazione belga per ottenere note speziate.
Ovviamente cristallino e puro, morbido e aromatico al naso, sentori leggeri di frutta rossa, mentre in bocca si sprigiona il cereale di origine, il malto, il biscotto.
Già, credetemi, una bevuta con un suo perché. Ottima sicuramente in abbinamento, come da loro proposto, su una tartare di carne, concordanza tra due semplicità naturali prive di condizionamenti
Cascadian
Cascadian, ovvero il ritorno al mondo della birra, con il recupero della parte precedentemente mancante.
Luppolo nobile Tettnanger tedesco utilizzato in sospensione sopra di un tino chiuso e riempito del New make “Originale” in modo tale che i vapori alcolici salendo e ridiscendendo si impregnino ed estraggano i sentori della pianta.
Al naso sembra di avere una birra, con ampi sentori di erba e luppolo fresco, mentre in bocca torna il biscotto, ma solo in un secondo tempo, lasciando un gradevole retrogusto amarognolo.
Per nobilitare la origine tedesca delle aggiunte ci viene proposto in abbinamento un bretzel morbido ripieno di formaggio e prosciutto
Capperis
Capperis: il gusto della sperimentazione perché sempre “Originale” viene qui unito a un concentrato di Cappero di Pantelleria e abbassato a 35° per ottenere qualcosa più adatto al momento dell’aperitivo.
Se l’esperimento sia riuscito o meno è arduo da definire, sia al naso che in bocca si entra in un mondo di salamoia e sapidità con la forte connotazione del cappero.
Vista l’impronta mediterranea viene proposto abbinato a una bruschetta con pomodoro, e qui forse si esalta, rivelandosi come gradita bevanda da accompagnamento al cibo, mentre nel bicchiere ormai vuoto il salato del cappero non ci abbandonerà più neanche dopo vari minuti.
Levante
Il sapore delle spezie di oriente, dove sempre all’”Originale” viene aggiunto un cocktail di 4 piante e spezie (cardamomo, coriandolo, zagare e achillea) che subito immergono in un mondo lontano, esotico e diverso.
Al naso è profumato, erbaceo di fondo, in bocca di conferma ma resta tutto in un ambito molto delicato, sottointeso, forse di sente la mancanza di una nota alcolica superiore a dargli la spinta (siamo a 40°).
Lascia una residua percezione “terrosa” che si abbina fantasticamente alla morbida zucca al forno con rosmarino proposta nel piatto.
Torbato
Abbiamo infine una variazione di materia prima, con l’utilizzo di malto 100% torbato, proveniente ovviamente dalla lontana Scozia.
Torniamo su un prodotto bello trasparente, dove subito emerge al naso una torba, decisamente percettibile ma non sfacciata, terrosa ed elegante, mentre in bocca si nota finalmente la caratterizzazione alcolica dei 45° che amalgamano il fumo rendendolo davvero intrigante e piacevole.
Accompagnamento scontato con pane nero e aringa affumicata che ci sta in pieno, con 2 forze non esagerate che riescono benissimo a equilibrarsi e armonizzarsi senza prevaricare l’una sull’altra.
Füm
Füm: proprio con l’umlaut, la “u” con la dieresi, a testimoniare il cambio della materia prima. Al malto Monaco si aggiunge una buona quantità di malto Rauch proveniente direttamente dalla città di Bamberga in Germania e nota per le sue birre affumicate.
Per caratterizzarlo ulteriormente si è pensato invece di mettere “la botte nel distillato” invece del consueto contrario dove “il distillato si mette nella botte”. Questo avviene aggiungendo delle stecche di legno di botte in infusione durante il periodo di stabilizzazione.
Al naso arriva prima l’erbaceo e solo in un secondo tempo l’affumicatura. In bocca poi spuntano inaspettati sentori gustosi di ciliegia e crema pasticcera che Marco ricorda essere logica conseguenza dell’essenza del legno (non rovere ma ciliegia e acacia).
Residui amari finali che riescono a dare completezza alla frolla con crema e frutta in accompagnamento sulla tavola.
In sintesi il risultato è davvero pregevole ma non avevo grandi dubbi. Il mio cuore e il mio palato sono rimasti particolarmente conquistati da Cascadian (il luppolo fa un poetico e irresistibile trait d’union fra la birra e il distillato) e Füm (una complessità aromatica impressionante). Intriganti le idee Torbato e Levante che possono accontentare quei palati alla ricerca di novità fatte bene. Capperis è un prodotto da proporre per l’abbinamento, liscio ha un profilo sensoriale davvero forse troppo d’impatto seppur l’idea rimane per niente banale e, a mio modesto avviso, da sviluppare ancora.
E comunque: assaggiato il Capperis miscelato davanti ai miei occhi in un Bloody Mary poi accompagnato a un panettone artigianale al bergamotto, ecco che sono emerse delle gustose e apparentemente insospettabili proprietà di condivisione e abbinamento.
Complimenti a Strada ferrata, anche per come hanno gestito questa presentazione proponendo i loro New make a tutto tondo e come giustamente oggi si fa con gli spirits di qualità.
Alla fine ci sarebbe da parlare anche dell’Amaro Marasso, sempre una loro produzione che ho assaggiato con piacere. Lascio a voi l’opportunità di provarlo appena lo scoverete in commercio senza recensirlo.
Un ottimo digestivo dopo la nostra “scalinata verso il Paradiso” e per me è stato anche un tocco finale corroborante prima di affrontare il viaggio di ritorno a casa (lungo e piovoso).
foto: Mauro Bonutti
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