andai in maremma per sposarmi..


Mettersi nei panni dei grandi protagonisti del vino, dialoghi empatici con: MICHELE SATTA


IL SENSO DELLA VITE: STORIE DI PERSONAGGI


Andai in Maremma per sposarmi… sì, lo immagino, sembra così strano a chi non mi conosce. Eppure la logica compare anche dove regna il casuale e viceversa.


si legge (più o meno) in: 5 minuti


Eccomi, come in un flashback, e mi rivedo in una mattina del 1974 a Varese, luogo in cui vivo da quando sono nato, estrema Italia, quasi Svizzera!


L’estremità di confine sta tracciando in me caratteri non semplici, sento che la normalità inizia a starmi stretta, ci sono forze che nella vita mi spingono a fare altro, ci penso da un po’…

Mi sono appena iscritto all’Università di Agraria di Milano, giorni estivi che mi portano in vacanza con i miei genitori a Castagneto Carducci: che luogo magico!


Mi piacerebbe un giorno lavorare qui, vorrei sposarmi ed avere molti figli, ma il pensiero si fa fuggitivo, mio padre vuole adesso fare un giro tra le vie del paese.

Allora torniamo a Varese, la vacanza è finita ma mi scopro a ripensare a quei luoghi magici della campagna contadina della Maremma, ne ricordo i profumi, le essenze, i tramonti, le persone così fortificate ma ancora in qualche senso primitive, e non smetto di pensarci.


Spirito Italiano Dialoghi empatici come se fossi Michele Satta

Scopro allora, sulla mia pelle, che il pensiero, se positivamente indirizzato, può divenire un mezzo di trasporto, che mi porta dritto verso un’esperienza di stage presso un’azienda di Castagneto Carducci.

Certo, inizio durante la vendemmia e mi vengono affidate le incombenze più umili ma ancora non so, o forse si, l’ho sempre saputo, che la mia vita qui sta prendendo forma.


Passano anni, mi sono messo finalmente in proprio spinto da tanto amore per questa terra e nel 1983 arriva la mia prima vendemmia. L’emozione è incontenibile o è l’amore per Lucia che mi entusiasma davvero?

Si, lei è un’altra perla di questa mia avventura, sicuramente la più preziosa, e sai che c’è? Me la sposo!


Nasce pian piano il mio vino, come intendo io però, nella terra di Bolgheri io ci voglio il Sangiovese, sono uomo di estremità territoriale e di cognome sardo, vorrà pur dire qualcosa, ne sono certo.

Nascono i miei vini scanditi dalla nascita dei nostri 6 figli, o forse il contrario?


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Le nostre 5 femmine sono il frutto di questa terra: belle, a volte ribelli ma complete nella loro femminilità che mi appaga nel vederle crescere. Poi però arriva Giacomo, il “primogenito” come ama egocentricamente definirsi lui ma… glielo permetto, avrà pur ripreso da qualcuno. Il mio cuore è gonfio di felicità.

Ettari che crescono, vini che nascono, il bianco di Bolgheri a base di vermentino e sauvignon; le mie innovazioni risuonano un po’ ovunque: fiere, premi, articoli di riviste del settore. Sì, ci sono, sono diventato Michele Satta, il produttore la cui fama di tipo impervio lo precede, almeno alcuni dicono.


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Questo sabato voglio rilassarmi, ci sono un po’ di nuvole oggi, chissà se pioverà…


Mi arriva un messaggio su whatsapp, che ne sapete voi di quello che è successo in questi anni; la tecnologia mi aiuta ma non mi lascia in pace e anche questa “tipa” che ho avuto modo di conoscere presso una fiera (ma certo non mi ricordavo di averle lasciato il mio cellulare).

Penso al motivo che mi ha spinto a fare ciò, sì me lo ricordo: è stata bravissima, ha subito indovinato il mio calice di vino bianco a base di viognier.  Sì, glielo avrò lasciato per questo motivo.


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E lei che fa?  Stefania mi sembra si chiami, viene al mare in Maremma e mi scrive per potermi incontrare; sarà sfacciataggine o passione?

Ma sì, dai, per lei ci sono; mi ha convinto e la voglio guidare personalmente nella mia storia scritta fino ad oggi.


Sono in paese, ci vediamo per un aperitivo; sembra davvero interessata al mio vino, credo abbia superato la prova, andiamo in cantina a degustare, se l’è meritato.


Saltano i tappi dei miei gioielli, le novità, le certezze e le sorprese, il Sangiovese di Bolgheri le crea una inaspettata meraviglia sul viso. Che soddisfazione che provo quando capita tutto ciò, e la mia bocca si scioglie sui miei racconti, il mio inizio, la mia vita, mia moglie, e miei figli.

Incantata mi ascolta ed io, che ammetto di essere da sempre un po’ egocentrico, bevo felice insieme a lei.


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Ora però devo andare, ho una cena di compleanno stasera ed una cena a sorpresa in famiglia. Non so come ne uscirò, certo sono sempre l’ultimo io a sapere le cose qui dentro!


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Stefania Fava – Spirito Italiano writing staff

foto di Stefania Fava e per gentile concessione di Michele Satta
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