Da quasi un secolo la Festa di Impruneta scandisce il tempo della vendemmia e della gioia contadina. Un Museo ne raccoglie i ricordi di valore sociale e culturale. Di Roberto Panichi l’Etichetta d’autore 2022
Sapete qual è la più antica Festa dell’uva d’Italia? Ci spiace, non vi rispondiamo perché non abbiamo la certezza al 100%… #scarnaironia #fredduradaltritempi
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Nel “Belpaese” dei “campanili” non serve creare inutili disquisizioni, soprattutto quando si arriva indietro di quasi un secolo.
Vero è che attendiamo notizie da chi attualmente ha in essere una Festa dell’Uva più antica di quella di Impruneta, un centro di circa 15.000 abitanti alle porte di Firenze che da sempre vive di vino e terracotta, due risorse che la rendono nota anche all’estero.
Dal 1926 (secondo le “credenze popolari”) o dal 1928, VI° anno dell’era fascista (documentazione certa), l’esibizione in piazza dei frutti della terra imprunetina si è nel tempo concentrata sul frutto della vite sapendosi legare alla vita quotidiana del paese in modo continuativo e inscindibile.
Giunta adesso alla sua 96^ edizione, l’antica Festa dell’Uva di Impruneta oggi coinvolge la cittadinanza con iniziative ludiche e culturali, fulcro temporale della stagione di vendemmia, riferimento per la sfida dei carri allegorici preparati dai 4 rioni e, dal 1986, anche appuntamento artistico che unisce la gioia alla cultura.
Vorremmo farvi capire che non è la stereotipata festa di paese settembrina (a cui comunque portiamo massimo rispetto a prescindere). Per finire su queste pagine ci devono essere dei valori che vanno oltre e non solamente (come amiamo ripetere) oltre il calice.
Ci intimorisce poi il rischio di un eccessiva “toscanità” dei nostri contenuti, cosa che vorremmo evitare ai nostri lettori di tutta Italia. Ce lo siamo pure chiesti, ma davanti al fatto oggettivo di una festa quasi secolare, la localizzazione geografica finisce in secondo piano.
Buona parte di ciò che la festa dell’Uva rappresenta per questa comunità, è dal 2020 raccontato con oggetti, manufatti e informazioni multimediali nel Museo Archivio della Festa dell’Uva di Impruneta.
Il Museo è un piccolo scrigno di ricordi nato grazie alla sinergia fra Amministrazione, rioni, cittadinanza e gli istituti che lo hanno supportato economicamente.
Proprio nel museo è stata presentata la 37^ Etichetta d’autore, l’opera pittorica di un artista affermato che dal 1986 viene annualmente associata alla vendemmia.
Vino e arte, un binomio in cui crediamo da sempre: l’edonismo da assaggio viene sublimato dal lavoro del maestro creativo.
Si intitola “Le Baccanti” l’opera realizzata con tempera mista e china dal maestro Roberto Panichi e diventata appunto Etichetta d’autore 2022 delle 96^ Festa dell’Uva di Impruneta.
Alla celebrazione e vernissage della mostra di pochi giorni fa, oltre al figlio Leonardo Panichi e al sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei, erano presenti Riccardo Lazzerini (Presidente dell’Ente Festa dell’Uva), Tullio Del Bravo (colui che ideò “Etichetta d’autore” a metà anni ’80) e Antonella Andrei (autrice del trofeo in terracotta per il rione vincitore della sfida dei carri in piazza 2022).
Roberto Panichi (cuneese del 1937), da fine anni ’60 ha accompagnato l’attività espositiva a quella di ricercatore insegnando Estetica nelle Accademie di Firenze e Macerata, poi Teorie delle Arti nella facoltà di Architettura come visiting professor.
«Un pittore – come dichiarato dal curatore della mostra Tullio del Bravo – che vanta una produzione di oltre 60 anni, con oltre 80 personali e collettive in Italia, Europa e Stati Uniti, scrittore e critico d’arte con in aggiunta interessi musicali».
“In questa opera metto in evidenza la correlazione tra il mondo del vino e le feste dionisiache legate alla pianta dell’uva.” – ha esposto Roberto Panichi – “come in tutte le opere i miei lavori nascono grazie all’utilizzo di materiali sperimentali e contenuti assolutamente fluidi.
Dipingo di tutto e mi servo di tutto, considero i materiali un’invenzione in sè. Non dipingo secondo un procedimento determinato ma vado alla ricerca, come in una avventura, credo in questo, nella libertà estrema del linguaggio, l’arte per me è una avventura intellettuale.”
Il maestro troverà così il suo nome e la sua opera vicino a quelle di noti artisti come Annigoni (il primo nel 1986), Talani, Folon, Scatizzi, Ciccia, Guasti, Pasquini che hanno ‘firmato’ con la loro arte il vino toscano e oggi abbelliscono i corridoi del piccolo e pregiato museo imprunetino.
Il Museo Festa dell’uva conserva anche suggestive testimonianze fotografiche e illustrazioni dell’epoca nonché numerosi trofei (i “cocci“) consegnati negli anni in premio ai rioni vincitori della sfilata/spettacolo che quest’anno si terrà il prossimo 2 ottobre.
Fino a quella data, sarà anche visitabile la personale di Roberto Panichi nel museo che, tra l’altro, ha inaugurato sabato scorso anche il suo nuovo parco.
Raggiante il presidente Ente Festa dell’Uva Riccardo Lazzerini: «Se consideriamo il livello di ciascuna delle trentasette opere che gli artisti hanno realizzato su commissione c’è da esserne orgogliosi. Avere un Museo per poter sfoggiare di anno in anno questi capolavori, ci rende ancora più entusiasti di questa bellissima iniziativa».
Credeteci se vi diciamo che spiritoitaliano.net non ha il minimo interesse nascosto nel promuovere questa bella iniziativa.
Ci è piaciuta particolarmente e riteniamo il museo un piccolo prezioso contenitore di valori e costume ai confini del Chianti Classico per tutti quei cittadini, turisti e curiosi innamorati del vino e dell’arte.
Per il programma della Festa dell’uva e info sul Museo: festadelluvaimpruneta.it
foto di Paolo Bini – riproduzione riservata
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