Altre storie da raccontare: ¡arriba el Mezcal! Quando l’alcol è sintesi di tradizione identitaria del Messico e poesia.
Con l’arrivo del 2024 abbiamo cambiato veste editoriale e tratteremo, chiaramente, anche nuovi temi. Mauro Bonutti, narratore di favole birrarie, ci accompagnerà alla scoperta di una bevanda esotica, identitaria, e del suo mondo straordinario.
[si legge (più o meno) in: 4 minuti]
Una nuova avventura: altre storie da raccontare
Come funzionano gli innamoramenti? Cosa ci spinge a provare attrazione per qualcosa? Magari per una bottiglia, o meglio per il suo contenuto?
Sono cose irrazionali, che non si possono spiegare a parole. Non siamo in questo caso originali, lo sappiamo, ma più che mai ci sovviene Lucio Battisti… perché, come cantava lui, non è solo “un’avventura, questo Amore è fatto solo di Poesia“
Così stavolta, per intrattenere “i nostri poveri 25 lettori” (cit. Manzoni A.) ci siamo rivolti a ChatGPT per cominciare a raccontare questa nuova storia: abbiamo inserito la foto del nostro amore e gli abbiamo chiesto una Poesia. Questo è stato il risultato:
** start chatGPT *
POESIA
Oggi è un nuovo giorno, un nuovo caldo giorno, un giorno in cui provare a cercare qualcosa di nuovo perché ogni tanto bisogna cambiare e allontanarsi dal “logorio della vita moderna”
Oggi allora vorrei cominciare a raccontare un’altra storia: una storia nuova ma molto vecchia, una storia lunga, polverosamente lontana migliaia di chilometri (con anche un bel pezzo di mare, tanto mare, un oceano di mare)
Una storia ancora oggi senza tempo e senza età, perché le cose belle non si misurano con gli anni.
foto: Los Muertos crew
La storia di una pianta presente anche nei nostri giardini o sulle nostre terrazze. Una pianta che resiste al caldo, all’acqua e alla (tanta) polvere e che resiste a lungo, anni, tanti anni.
Storia di una pianta confusa con un’altra da cui escono psichedeliche devianze allucinogene drogate (da cui derivano leggende metropolitane dovute a sbronze colossali).
Storia di una pianta che dà vita a tutto, che porta da mangiare e da bere, da vestirsi e da ripararsi, da cacciare e da scaldarsi, finchè nulla ne rimane.
Storia di una pianta da cui esce una bevanda alcolica quasi sconosciuta, dal nome esotico che non si dimentica.
Storia di perdenti e di sconfitte, consolate da tanti piccoli sorsi. Storia di una bevanda che intriga e non stanca mai. Storia di piccoli numeri ma di un trend in continuo incessante aumento
Storia di un mondo dove chi produce lo fa in solitaria autonomia da generazioni e generazioni e non ha mai avuto bisogno di sapere come il suo vicino faccia le stesse cose solo pochi chilometri più in là
foto: J. Morales
Storia di un mondo ancestrale che continua a fare il verso a se stesso e si perpetua senza alcun interesse a cambiare perché “si è sempre fatto così e così va bene”
Storia di persone, di corpi consumati dallo scorrere incessante del tempo e dalla fatica quotidiana che consuma sotto il sole che scotta giorno dopo giorno
Storia di riti antichi che si tramandano senza sosta. Storia di un mondo lontano, quasi invisibile, che non vorrebbe farsi vedere perché sta bene così come sta e non ha bisogno di nessuno
Storia di visi increspati che bisogna con fatica andare a cercare lungo strade bianche senza tempo. Storia di medicine e di stregoni, di buche scavate nel terreno e di innate credenze.
Storia di musica e di vita quotidiana, che dà il buongiorno e la buonanotte. Storia di tante piccole curiosità, perché il tutto si fa sfuggire e ti rimane poco per le mani.
foto: Rdne stock project – Antonio Vanegas Arroyo, Corrido de La cucaracha (PDM)
Storia di qualcosa che alla fine ti fa dire : “L’unica cosa che so è che non so nulla”
Questa pianta si chiama agave. Questa pianta fa parte della storia e della vita del Messico.
Da questa pianta si è sempre ricavato cibo, bevande, fibre tessili, medicine, aghi, mattoni e tetti. Questa pianta non c’entra niente con la mescalina allucinogena che si ricava da un cactus (se non per una sfortunata similitudine nel nome).
Dal cuore di questa pianta si produce il Mezcal, il distillato simbolo del popolo messicano.
* end chatGPT **
Bene, non è ora il caso di mettersi in competizione con l’intelligenza artificiale, ma visto che “questo amore non è una stella che al mattino se ne va” forse è il caso di raccontare anche qualcosa altro, magari in altri momenti (tanto “domani e sempre, sempre vivrà”).
A presto su queste pagine…
Non abbiamo ancora detto niente riguardo:
Antichi popoli mesoamericani e la loro cosmogonia
Cortes e i conquistadores
L’imbevibile Pulque
I 400 Conigli e il Piccolo Verme
La Coa
I Forni Interrati
I Cavalli “rotanti”
Petto di pollo e altre verdure
Insomma non abbiamo ancora detto cosa è il Mezcal
foto: I. Matus
Per stavolta ci fermiamo qui, ma stay tuned, la storia è appena iniziata… fra poco si parte!
Mauro Bonutti, nasce a nordest in provincia di Gorizia, proprio sui confini della guerra fredda, nei favolosi anni ’60 e si laurea nei mitici anni ’80 in Scienze dell’Informazione quando nessuno sapeva cosa fosse un PC. Si forma come affinatore di Grappe aromatizzate di ogni tipo prima di rimanere folgorato sulla via del Belgio e delle sue birre. Da vero cultore dell’informazione (purché sia fermentata o distillata), è purtroppo costretto a lavorare in ufficio per mantenersi tutti i master su ogni prodotto alcolico non sapendo più dove sistemare i vari libri sulla materia. Il vero impegno attuale è nell’ANAG tra assaggi, docenze e giurie varie, ma il primo vero amore non si scorda mai: la Birra!
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