Montalcino posa la piastrella di Ozpetek e attiva il nuovo sistema di valutazione per l’annata 2020 del Brunello.
Si conclude oggi Benvenuto Brunello 2024, la cinque giorni di presentazione in anteprima a Montalcino delle nuove annate del Brunello con un supplemento in trasferta londinese previsto per mercoledì.
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Degustazioni, approfondimenti e iniziative culturali che uniscono le nuove annate nel calice con quella appena messa nei tini.
In attesa di raccontarvi le nostre impressioni complessive da BdM 2020, BdM riserva 2019 e RdM 2023 (con qualche referenza di particolare pregio) eravamo un po’ tutti curiosi di conoscere come il team di esperti avesse ufficialmente “battezzato” l’ultima annata uscita sul mercato. La 2020 era stata all’epoca valutata con “5 stelle” ma il sistema di valutazione, oggi, è diverso nei tempi e nei modi.
Per fare tutto ciò, il Consorzio ha creato “Brunello Forma” un nuovo progetto che coinvolge alti professionisti per attuare un innovativo ed esclusivo modello di valutazione della personalità dei vini in base alle diverse vendemmie e tarato specificamente sul Sangiovese di Montalcino.
Per giudicare l’annata 2020, oltre ai membri del Consorzio, è stato selezionato un team di esperti dell’high tech farming della società Copernico e un panel di degustazione internazionale composto da 8 Master of Wine: Gabriele Gorelli e Andrea Lonardi (Italia), Madeleine Stenwreth (Svezia), Justin Knock (UK), Michelle Cherutti-Kowal (UK), Tracey Dobbin (Francia), Frank Roeder (Germania) e Philip Goodband (Usa).
L’obiettivo è stato quello di analizzare secondo canoni non più solo quantitativi (stelle) e autoreferenziali ma qualitativi e stilistici derivanti dall’interazione tra vitigno, cambiamento climatico, vino e territorio nella sua eterogeneità in termini di esposizione, altitudine e suolo.
Dai tasting alla cieca condotti su 57 campioni di Brunello di Montalcino 2020 imbottigliati e certificati DOCG, esaminati con i dati climatici dei diversi areali di provenienza, sono emerse 456 note di degustazione più le 8 note finali di sintesi dell’annata elaborate singolarmente da ciascun MW e basate essenzialmente sugli aspetti:
- profilo
- struttura
- equilibrio
- alcol
- consistenza
- diversità stilistica
- qualità dei tannini
- potenziale a lungo termine
Un osservatorio che ha permesso di arrivare poi a un’unica nota di degustazione qualitativa per l’annata 2020 del Brunello di Montalcino: «profilo accattivante e solare di frutta matura, solido equilibrio strutturale e grande piacevolezza di beva grazie ai tannini succulenti».
Che la descrizione finale vi convinca o vi lasci perplessi per eccessiva sintesi o per la succulenza del tannino, sappiate che è il sunto di un’analisi decisamente più esauriente che potete leggere qui e che, oggettivamente, conforta e rincuora su bontà e linfa innovativa del progetto oltre le generiche parole chiave utilizzate infine dal Consorzio per contraddistinguere questa 2020 ufficialmente nel bicchiere: accattivante, brillante, succulenta – senza polemica: un altro “tutto e niente” [ndr] -.
Torniamo alla contemporaneità e a un momento che da sempre apprezziamo molto (vuoi perché amiamo collezionare, vuoi perché ci piace l’arte, vuoi perché il lifestyle ha quel “nonsocché” che ci ammalia): la posa della piastrella celebrativa.
In molti lo sapevano da settimane che il personaggio pubblico legato alla vendemmia 2024 è Ferzan Ozpetek, non tutti però erano a conoscenza che fosse proprio lui l’autore del dipinto riprodotto sulla piastrella: «Questo quadro del 1982, nato senza titolo ma a cui ho dato il nome Blue Note per l’occasione di Montalcino, l’ho realizzato a Roma nel periodo prima di diventare aiuto regista e ricoprire altri ruoli». Ha spiegato poi Ozpetek: «In quegli anni studiavo all’Università ma poiché mio padre disapprovava le mie aspirazioni cinematografiche e smise di sostenermi economicamente, mi sono dato da fare e ho lavorato da un corniciaio nel centro di Roma. Lì ho familiarizzato con pittrici, disegnatori, autori di mosaici e mi sono dedicato io stesso alla pittura, da sempre una mia passione. Con tecnica del disegno a gesso, diciamo gessetti colorati, ne avrò fatti in un paio d’anni più di duecento, quasi tutti con figure di donne. E li vendevo, in effetti ne ho venduti molti, mi ci mantenevo. Alcuni sono anche entrati nei miei film: il famoso poster ormai storico di Le fate ignoranti è il trattamento di uno di quei quadri, mentre nel più recente La Dea Fortuna ne compaiono altri quattro».
Una testimonianza romantica quella del regista che, da pochi giorni, può così vedere la riproduzione della sua opera sul muro del Palazzo comunale assieme alle oltre trenta piastrelle del passato.
Sul tema, così il presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci: «Siamo onorati di accogliere nell’albo delle piastrelle di Benvenuto Brunello quella di Ferzan Ozpetek. Per la prima volta il Brunello di Montalcino sarà abbinato alla storia artistica di un autore tra i più acclamati nel panorama cinematografico internazionale».
Le prime impressioni a caldo fra gli appassionati di vino (e non critici d’arte) non registrano consensi unanimi sull’estetica della piastrella 2024, rimane la consapevolezza che Montalcino è un qualcosa di speciale ed è molto brava nel farlo comprendere al mondo.
Fra qualche giorno anche le nostre impressioni sugli assaggi in anteprima.
fonte: Uff stampa Consorzio del Vino Brunello di Montalcino
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