Una nuova rubrica: un viaggio per l’Italia in 20 fermate. Sediamoci idealmente vicino e facciamolo insieme, perché il vino è per tutti.
DEMOCRAZIA DEL VINO: L’ENOTRENO (prologo)
Inizia oggi un nuova rubrica con un prologo, un articolo “zero” che troverà il suo naturale svolgimento con il primo capitolo la settimana prossima. Sarà un percorso virtuale che ci consentirà, assieme all’autore, di raggiungere numerose tappe viaggiando per le regioni d’Italia.
[si legge (più o meno) in: 4 minuti]
Crediamo fortemente che il vino sia quella bevanda che più di ogni altra sappia unire ma al tempo stesso caratterizzi l’unicità di luoghi e persone, di storie e culture.
Abbiamo assistito e stiamo tuttora assistendo a un’importante educazione al consumo che passa attraverso la conoscenza delle tecniche di degustazione. Riteniamo che: se da un lato (come si suol dire in varie associazioni di settore) la ricerca di un linguaggio comune consenta una maggiore comprensione reciproca, dall’altro favorisca un appiattimento del lessico per descrivere quelle emozioni che un vino sa regalarci.
Ascoltiamo bene durante gli eventi, leggiamo frequentemente sui social e constatiamo di quanto siano maggioranza coloro che raccontano la bevanda con tecnicismi che sfiorano il “fuori contesto”, perché un conto sono i luoghi della sommellerie mentre un altro sono gli spazi del confronto quotidiano, quelli dove l’emozione o la delusione esulano dalla quantificazione delle sensazioni o (peggio ancora) dal punteggio. Sono contesti diversi con stati d’animo da assaggio che meritano un vocabolario di aggettivi molto più emozionali, così come lo meriterebbe la narrazione di un’area vitivinicola provando a uscire dalle percentuali di calcareo-argilloso o di stratificazione dalla kimmeridgiana genesi.
Nel terzo decennio del terzo millennio troviamo che servano molto più scioltezza, immediatezza, freschezza e coinvolgimento per descrivere un vino o un territorio.
Vanni Marchioni è per noi la persona giusta, con la sua profonda e diretta semplicità nel comunicare e quella sua esperienza alla portata di tutti. Il suo contributo su spiritoitaliano.net non sarà un “tasting for dummies” ma inizierà semplicemente – ipse dixit – “con un viaggio eno-logico”: poco logico e molto eno.
L’Enotreno partirà alla fine di questo articolo e idealmente viaggeremo seduti vicino guardando virtualmente il paesaggio dal finestrino. State comodi e rilassati, ognuno sullo stesso piano e, come sempre, calatevi nella parte con il giusto mood… il vero protagonista qui è il vino e il vino è per tutti e di tutti. Questa è la filosofia in cui crediamo, questa è la Democrazia del vino.
Benvenuto Vanni, partiamo da una intro e poi… dal “cuore”. A voi, buona lettura
[ P.B. ]
L’Enotreno (prologo)
Sapete? Faremo un viaggio insieme… sì, proprio un viaggio insieme che, prima di raccontare, vorrei introdurvi brevemente.
Mica facile… perché il prologo è, per esempio, il biglietto da visita di un romanzo che verrà letto o meno in base alla prima impressione che daranno poche parole ben selezionate, assieme all’immagine di copertina. Io faccio così, almeno, mi lascio plagiare dalle sensazioni. Quotidianamente. È sempre la prima traccia che conta, in ogni contesto.
Il vino è per tutti. Partiamo da questo democratico e fortunato claim che immediatamente unisce, coinvolge, include, condivide. Da qui al concetto di viaggio il passo è assai breve, quasi obbligato; in ogni occasione s’incontrano persone che raccontano delle proprie esperienze.
Un viaggio può assumere valore e peso specifico importanti, tutto dipende dai luoghi, dalle individualità. Partenze e ritorni. Territorialità. Nuove possibilità e ricordi. Potenzialità. Opportunità da cogliere, oppure già perdute.
Dunque, propongo idealmente un treno: sediamo accanto e guardiamo il paesaggio dal finestrino. Vedremo vigneti, in ogni dove. Ecco tutto, è questo il viaggio che ho in mente, un giro d’Italia eno-logico. Poco logico e molto eno.
Tramite questo enotreno racconterò brevemente di vizi e virtù di ogni regione italiana. E di ogni regione racconterò un solo vino. Sceglierò quello più rappresentativo a livello culturale, oppure commerciale.
A volte la selezione potrà apparire banale, in altre occasioni esattamente il contrario. Non necessariamente il portabandiera dovrà essere il migliore, il più blasonato. Nondimeno certamente il più caro. Vorrei che si percepisse la terra d’origine nel calice editoriale, contenitore ideale del contenuto.
Per adesso non aggiungo altro se non che… partiremo dal cuore. Prego signore e signori, preparatevi per salire in carrozza e buon viaggio!
riproduzione riservata ©
spiritoitaliano.net © 2020-2023