quando il vino era in corsia


Hospices de Beaune: quando il vino veniva somministrato in corsia

SPIRITO E FORMA


Continua la rubrica del dott. Placci che, fra articoli scientifici, epiche tradizioni curiosità, ci farà scoprire i tanti momenti in cui, nel bene o nel male, l’alcol si è legato alla salute psicofisica.


Prima di lasciarvi al suo contributo, ci teniamo a ringraziarlo sentitamente dalla nostra redazione per il tempo che riesce a dedicarci nonostante l’incessante attività in corsia di questi mesi.

Buona lettura

[ndr]


tempo indicativo di lettura: 5 minuti


una domanda…


Inizio ponendovi una domanda: avete saputo, a dicembre scorso, della notizia sulla sensazionale scoperta di una tomba nella cittadina francese di Autun (regione Bourgogne-Franche-Comté)?

Ad Autun sono stati infatti rinvenuti i resti della sepoltura di un importante cancelliere del Ducato di Borgogna vissuto 600 anni fa: Nicolas Rolin; lo sapevate?


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Madonna del cancelliere Rolin (part.), Jan van Eyck, 1435 ca. – Musée du Louvre, Paris

Un nome che ad alcuni di voi potrebbe non sovvenire noto ma per altri, magari sommelier o esperti di vino, potrebbe ricordare luoghi vinicoli francesi di estrema, rappresentativa eccellenza.

Luoghi e territori che pure parlano di un’epoca in cui il vino fu considerato bevanda corroborante e salubre, un nettare da servire ai convivi e durante i banchetti ma anche da somministrare ai pazienti nelle corsie d’ospedale.


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foto: Etienne Gontier

Nel cuore della Borgogna, sorge ancora uno dei più antichi ospedali francesi, testimonianza di una storia unica che ci riporta al tardo medioevo, alla Guerra dei Cent’anni e alla cittadina di Beaune i cui abitanti, reduci di battaglie e sotto il flagello dalla peste, erano ridotti alla fame, poveri e ammalati.

Fu proprio (eccolo!) Nicolas Rolin, dal 1422 cancelliere del duca di Borgogna, che decise di costruire un nuovo ospedale per i poveri.

L’opera doveva essere una grandiosa testimonianza artistica: venne realizzata in stile tardo gotico e, per aumentarne lo splendore, ricoperta da un bellissimo tetto di tegole colorate.


les hospices


Dal punto di vista amministrativo il cancelliere pensò a tutto: l’hospice doveva essere sotto l’autorità spirituale della Santa Sede e svincolato da ogni regalità.


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Beaune et vignobles en automne, Florian Pépellin, (CC BY-SA 4.0)

La fondazione venne dotata inoltre di vigneti, fattorie e boschi utili per fabbisogno interno di materie prime e per la vendita del vino. Il 1 gennaio 1452 l’ospedale accolse il suo primo paziente.


Il vino prodotto, non solo era venduto, ma veniva anche utilizzato come “cura” per i pazienti  ricoverati.



Il vitto per i malati era preparato nelle grandi cucine e costituito per lo più da pane, minestra, zuppa, carne bollita e uova.


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Grande salle des pôvres de l’Hôtel-Dieu de Beaune, Arnaud 25 (CC BY-SA 3.0)

Il vino faceva parte della “cura” essendo considerato all’epoca la bevanda più fortificante e più salubre, a differenza dell’acqua che poteva essere veicolo di infezioni.


le dosi consigliate


E, pensate, la dose giornaliera era calcolata in relazione al sesso, all’età e al ruolo. Non solo: anche il personale dell’ospedale aveva diritto alla propria razione.

In particolare, riportiamo da una antica tabella esposta nel museo storico:

  • Impiegati di sesso maschile: 1 litro di vino;
  • Pazienti di sesso maschile: 0,5 l;
  • Pazienti di sesso femminile, inservienti, orfani: 0,4 litri;
  • Religiosi, donne incurabili e pensionati: 0,35 l;
  • Pazienti pediatrici: 0,25 l.


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foto: djedj

Ai tempi si riteneva che l’assunzione di vino potesse dare benefici e servisse per tonificare e rimettere in forma i malati.


Fu così che il consumo annuale di vino aumentò progressivamente nel tempo, tanto che alla fine dell’anno 1888 si registrava un consumo all’interno dell’Hôtel de Dieu di 26000 litri.


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Apothecary at the Hôtel-Dieu de Beaune, Arnaud 25 (CC BY-SA 3.0)

L’ospedale acquisì rapidamente una grande reputazione tra i poveri, ma anche tra i nobili e la borghesia. Ciò facilitò l’arrivo di ulteriori donazioni, che permisero di ampliare, ristrutturare e abbellire l’ospedale creando nuove stanze e portando opere d’arte.




e oggi?


L’Hôtel-Dieu è così diventato nel tempo un vero e proprio “Palazzo dei poveri“, luogo caritatevole, ed è rimasto in funzione fino al 1971 quando, per necessità, venne trasferito in un moderno ospedale, costruito nelle vicinanze.


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Grande salle des pôvres de l’Hôtel-Dieu de Beaune, Arnaud 25 (CC BY-SA 3.0)

Guillemette Levernier nel 1457 fece la prima donazione di terreni per la viticoltura agli Hospices de Beaune e questa tradizione proseguì per altri cinque secoli.

I donatori spesso erano gli stessi pazienti guariti grazie alle cure ricevute in questo luogo unico.


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foto: Etienne GONTIER

Oggi i vigneti si estendono per 60 ettari di cui 50 dedicati a Pinot Nero e il resto a Chardonnay.


Affidata a 22 viticoltori, questa eccezionale tenuta vinicola conta l’85% di premiers crus e grands crus che vengono messi all’asta la terza domenica di novembre.


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Vin Hôtel-Dieu de Beaune, Arnaud 25 (CC BY-SA 3.0)

Ospitata oggi da Christie’s, è considerata la vendita di beneficenza di vino più famosa al mondo.


I proventi della vendita vengono utilizzati per migliorare le attrezzature di cura dell’ospedale e per preservare l’Hôtel-Dieu (Hospices de Beaune).




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