Sono “vignaioli”, sono “indipendenti” sono “resilienti” e residenti fra Lucca, Massa e Carrara. Hanno presentato i loro nuovi “figli” pochi giorni fa.
Terza edizione fatta per la manifestazione itinerante di “Vignaioli Resilienti Fivi Lucca e Massa Carrara“.
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Nata come prima risposta postpandemica dei produttori FIVI di zona, ha ospitato le precedenti edizioni a Tenuta Mariani a Massarosa e a Fattoria Sardi Giustiniani a Lucca.
Quest’anno è stata la volta di Colle di Bordocheo a Segromigno in Monte che con impeccabile organizzazione ha raccolto il testimone e ricevuto i visitatori (esclusivamente professionisti del settore) nell’uliveto aziendale con un allestimento bucolico e caloroso.
La tanto sospirata primavera e l’atmosfera gioiosa degli incontri tra produttori e ospiti hanno contribuito a alleggerire il peso (psicologico ma non solo) dei tristi accadimenti degli ultimi due anni.
Perché il “clima” FIVI è questo: andare alla ricerca dei sapori, con armonia e semplicità, scoprendo territori, storie e filosofie produttive di chi vive quotidianamente il proprio rapporto diretto con la vigna. Spiritoitaliano.net ama sempre dare spazio a determinati valori del lavoro e della vita, che si respirino in grandi manifestazioni o negli eventi più periferici.
Questo l’elenco delle aziende espositrici: Castel del Piano, Colle di Bordocheo, Fattoria La Torre, Fattoria Sardi Giustiniani, Giardini Ripadiversilia, Il Calamaio, Malgiacca, I Pilastri, Podere Fedespina, Podere Sgretoli, Tenuta dello Scompiglio, Tenute di Badia, Tenuta di Valgiano, Tenuta Lenzini, Tenuta Mareli, Tenuta Mariani, Tenuta Palatina, Valle del Sole. Il ristoro è stato curato dal Salumificio Triglia di Gombitelli.
È stato intrigante, costruttivo e divertente aggirarsi tra i banchi, confrontarsi tra colleghi e chiacchierare con i produttori: sono stati loro oggi i veri protagonisti attraverso i loro prodotti.
Determinati e coraggiosi, resilienti e resistenti, ognuno con il proprio stile e la propria personalità ma tutti accomunati da passione e alta professionalità per il vino e per la natura circostante, “Madre Terra” da omaggiare con rispetto e amore curando i suoi preziosi frutti.
Credeteci che (non è una frase fatta) tutti gli assaggi hanno avuto un commento interessante o una nota che ha incuriosito. Vogliamo giustamente sintetizzare sui più significativi, fermo restando che sopra a tutti loro ci sta la bellissima atmosfera percepita alla manifestazione: assoluta protagonista del ritrovo:
Podere Sgretoli (Montecarlo LU) – suadente avvolgenza nel sorso fresco e diretto dello Chardonnay 2021. Luminose e rosse trasparenze che accompagnano frutto e calore con morbidezza e grande bevibilità si confermano in Eclissi 2019.
I Pilastri (Fosdinovo MS) – Aedo 2020 è il vermentino che non ti aspetti: grazie alla macerazione sulle bucce per 3-4 giorni l’assaggio esplode a dispetto dell’intensità olfattiva, accompagnando lungamente la scia marina di scoglio e frutti di mare alternati a fieno greco, tè verde e altre note vegetali rinfrescanti.
Malgiacca (Gragnano LU) – Tingolli 2020 è il cru aziendale: blend di vitigni a bacca bianca (macerati sulle bucce e lì lasciati fermentare per un paio di settimane) che dà vita a questo liquido dorato dai profumi intensi e mielati, marmellata di limoni e un finale ammandorlato che si proietta a lunga vita. Bevuta solo apparentemente leggera è invece il rosso Malgiacca 2020, blend tradizionale lucchese dove corpo, calore e consistenza si rivelano in allegria solo all’assaggio.
Tenuta Palatina (Montignoso MS) – Palatino 2021: finalmente il “Signor Vermentino”: certezza olfattiva di agrumi e pompelmo rosa, erbe aromatiche e mineralità, profumi di mare che in bocca esaltano sapidità e lunghezza a conferma di espressività territoriale e passione autentica.
Menzione Speciale per Il Calamaio e Valle del Sole: aziende vicine sia in filosofia che in territorio, esprimono nei loro vini le forti singole personalità dei propri vignaioli.
Samuele Bianchi (Il Calamaio) ha l’animo punk rock che si ritrova in Antenato 2020 esaltando le vigne vecchie con veste carminio, luminosità e gusto, mentre l’importante estrazione delle 24h del mosto sulle bucce fa di Soffio 2019 (chardonnay e petit manseng) un intrigante succo che profuma di fieno e macchia mediterranea, con la persistenza dello zenzero e della scorza di pompelmo.
Marco Borselli (Valle del Sole) esprime la sua pacata e ferma gentilezza tramite i lievi idrocarburi di H’ama e le sue 48h di macerazione del trebbiano di due vigne, per poi confermarla con il rubino luminoso del Sangiovese di Ebrius 2019 tramite il sorso fresco, fragrante, persistente e affidabile.
Andate anche voi alla ricerca di eventi come questi: certamente assaggerete, valuterete e vi confronterete ma, soprattutto, vi sentirete fortemente arricchiti nell’animo dall’esperienza.
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