Lo storico vino nero di Cahors. Il Malbec che cresce su parcelle di terreno peculiari e microclimi caratterizzanti. Vignerons e vino da scoprire
ESPRIT FRANÇAIS: ESPLORAZIONI IN CORSO
Con Livio del Chiaro è semplice superare idealmente il confine nazionale, chiudere gli occhi e immaginarsi in viaggio per i territori della Francia vitivinicola.
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Un’esplorazione virtuale alla portata di tutti, un viaggio per colline, valli, e campagne della Francia già note o tutte da scoprire.
Il bello è proprio questo: che siano articoli più divulgativi, culturali o semplicemente sfizioso-informativi, l’importante è entrare in sintonia, comprendere lo stile narrativo e, con il giusto mood, lasciarsi stuzzicare da qualche idea che potrebbe portarvi di persona a “verificare con mano” le realtà e i suggerimenti di spiritoitaliano.net.
Proseguiamo il nostro itinerario: dopo les hautes côtes de Bourgogne, Petit Chablis e un bel piatto tipico di escargots, con la nostra ipotetica Citroen d’epoca ci spostiamo verso sudovest ma senza esagerare troppo.
Un contributo davvero bello quello di oggi, Livio ci narra di grande tradizione e storia anche un po’ sfortunata all’ombra di Bordeaux.
Un presente però di tutto rispetto e alta qualità figlia di un territorio davvero particolarissimo: siamo a Cahors, terra di vino nero, altra piccola perla…
Buona lettura.
[n.d.r.]
Cahors ed il suo vino nero
Solitamente nelle manifestazioni enoiche in Francia gli stand dei produttori vengono disposti casualmente per dare una pari opportunità di essere visitati, indipendentemente dalla zona di provenienza.
Sopra gli stand viene spesso associato un colore identificativo dell’area di origine, che sia Bordeaux oppure Bourgogne, o Loire piuttosto che Jurà, o ancora… Sud Ouest.
Ogni volta che da lontano riconosco il colore del Sud Ouest mi assale una grande curiosità di capire cosa potrò trovare al banco vista l’estrema varietà a disposizione.
Sì perchè, se parliamo di Sud Ouest, possiamo riferirci a porzioni di vigneto francese come quelle di: Madiran, Juranson, Iroleguy, Gaillac, Bergerac, Pécharman, Marcillac e spesso anche Cahors ed il suo caratteristico vino: nero.
In epoca pre-fillossera di fine ‘800 il Lot (nome che deriva dall’omonimo fiume) era il quarto dipartimento vitivinicolo francese con oltre 50.000 ha e Cahors la sua denominazione più importante che tale rimase fino al 1956 quando un inverno freddissimo ridusse l’area vitivinicola a soli 50 ha.
Ci fu poi la ripresa, nel 1971 nacque l’AOC con poco più di 400 ha ed oggi gli ettari di impianto sono circa 4.500 degli oltre (attenzione) 21.600 potenziali, con una produzione che guarda molto all’export verso Canada, Stati Uniti e Gran Bretagna.
una storia non semplice
Il vino di Cahors era già famoso nel Medioevo e conosciuto come “vino nero”.
Avrebbe potuto diventare un concorrente per i vini di Bordeaux se i viticoltori “girondini” non avessero, nel XIII° secolo, ottenuto dal re Enrico III d’Inghilterra il “privilegio di Bordeaux”.
Un regolamento che da allora e per circa cinque secoli non consentì ai vini dell’alta campagna di entrare nel porto di Bordeaux prima delle feste di Natale.
Immaginate la penalizzazione inflitta considerata la fase dell’anno: giorni in cui la navigazione diventava più difficile, sconsigliabile, con carichi di vino sulle imbarcazioni che erano già stati debitamente preparati se non addirittura già trasportati a casa.
Nel Rinascimento, la “piccola era glaciale” (quella che per intendersi “fece nascere” lo Champagne) danneggiò la naturale maturazione dei vitigni bordolesi ed il vino di Bordeaux diventò un simil “clairet” tanto da spingere alcuni commercianti di vino a renderne la veste più scura e intensa tagliandolo con quelli dell’alta terra, tra cui Cahors e Gaillac.
Questa pratica ebbe però la sfortunata conseguenza di accrescere la reputazione dei vini di Bordeaux a scapito di Cahors che venne gradualmente dimenticato.
Anche quando, dopo anni di tentativi ed errori, gli specialisti di insetti scoprirono l’innesto per combattere la fillossera che dal 1876 aveva iniziato a distruggere i vigneti, zone come Cahors o Cognac non poterono subito goderne i benefici e ripartirono più lentamente perché le prime soluzioni non risolvevano il problema sui terreni estremamente calcarei.
Una conformazione del suolo che però costituisce una vera e propria peculiarità visto che proprio il calcare risalente al Giurassico dà l'”ossatura” ai terreni mentre l’argilla rossa apporta struttura.
I vigneti di Cahors si trovano su terrazzamenti che iniziano a ridosso del fiume Lot, generalmente sui terrazzi più alti dove il terreno ha una maggiore percentuale di argilla che consente di avere una maggiore riserva idrica con le radici che possono andare in profondità. Comprende 45 comuni sulle due rive del Lot.
A Cahors si coltiva il Malbec (chiamato anche Côt o Auxerrois), presente per almeno il 70% mentre gli altri vitigni coltivati sono Merlot e Tannat.
Il Malbec è un’uva probabilmente originaria del Bordolese ma che ha trovato storicamente il proprio territorio di eccellenza lungo le rive del Lot, in particolare nell’Appellation Cahors.
Il Malbec ha grappoli grandi, di forma piramidale e acini grandi, dall’intenso colore blu-violaceo e ricchi di pruina, predilige climi secchi e asciutti e terreni argillosi e calcarei, di buona compattezza.
Molti viticoltori bordolesi hanno rinunciato a questo vitigno a favore del Merlot anche in considerazione dei problemi che esso comporta: colatura, marciume e peronospora, oltre a non avere nessuna resistenza alle gelate. Per questo viene coltivato maggiormente nei climi caldi, dove questi problemi si presentano con minore frequenza (vedi Mendoza).
Nei territori calcarei e rocciosi di Cahors però, su terreni poco fertili e di alta quota, riesce a fornire buoni risultati, con vini densi e di colorazioni molto scure, tanto da essere stato soprannominato il vino nero, con buoni aromi fruttati e strutture tanniche ben percettibili.
i vigneti di Cahors
Il vigneto di Cahors è costituito da 2 ampi terroir con paesaggi molto distinti.
Il primo comprende le alture, tra 250 e 350 m slm. Il terreno è calcareo del causse, formato da un deposito marino di 150 milioni di anni fa e che è ancora testimoniato oggi dalla “spiaggia dello pterosauro” situata a Crayssac, proprio in cima alla scogliera che si affaccia sul meandro di Parnac.
L’altra area è nella valle. È un terroir creato dal Lot, un fiume che da 15 milioni di anni sta scavando la collina depositando sui suoi numerosi meandri terreni alluvionali provenienti dal Massiccio Centrale.
- Più vicino al fiume, c’è il terroir della “prima terrazza”, composta da giovani e fertili terreni alluvionali, le cui sabbie limose danno vini freschi e fruttati.
- Cinque metri più in alto, c’è la “seconda terrazza“, con un terreno calcareo il cui deflusso ha estratto gli elementi del suolo più fini e più fertili e la presenza di ciottoli attesta il vecchio passaggio del fiume. Rispetto alla “prima terrazza”, la seconda ha più argilla: abbastanza per trattenere l’acqua, fornire alla vite un’idratazione stabile e dare al vino struttura e profondità.
- Ancora più in alto troviamo la “terza terrazza“, che è di 2 tipi: uno è fatto di grèzes, si trova il più vicino possibile alla causse e dà ai vini una grande finezza; l’altro è argilloso-siliceo e dà vini fruttati e potenti.
A oltre 250 metri sul livello del mare si trova il terroir della causse, con le sue colline e l’altopiano calcareo.
Meno fertile delle terrazze, questo terroir è anche meno influenzato dal fiume. Pertanto le maggiori escursioni termiche tra il giorno e la notte portano a una maturità più tardiva delle uve, meno polpa ma grande finezza.
La diversità dei suoli è impressionante, a volte troviamo marne, a volte un mix di calcare e ciottoli rossi, a volte terreni di colore viola (formazioni siderolitiche, ricche di concrezioni ferruginose).
Alcuni suoli sono particolarmente ricchi di argille gialle o rosse che trattengono acqua e sostanze nutritive e forniscono alla vite un costante approvvigionamento di acqua e minerali.
Anche il clima non è così semplice ed è il risultato di 3 diverse influenze.
- L’Oceano Atlantico porta una pioggia ben distribuita, temperature miti e un sole importante per la maturità delle uve anche se la lontananza si nota, tuttavia, con temperature e piogge da ottobre ad aprile inferiori rispetto a Bordeaux. La bella stagione tardiva e secca favorisce la maturità delle uve.
- L’influenza del Massiccio Centrale è avvertita con temperature invernali più basse rispetto a Bordeaux; il sole non è significativamente diverso. Il tremendo inverno del 1956, con la temperatura che a febbraio scese fino a -15°, riuscì a distruggere oltre il 95% dei vigneti.
- E poi c’è il fiume. Il Lot influenza notevolmente i vigneti nella sua valle. Le pendici settentrionali esposte a sud-est o sud-ovest forniscono la migliore maturazione. La sinuosità della valle rallenta i venti la cui influenza è ridotta.
com’è il vino di Cahors?
Come accade in molte altre zone, generalizzare sulla tipologia di vino prodotto è molto difficile sia a causa dei diversi terroir, sia per l’eterogeneità dei suoli ma anche per i differenti blend utilizzati e la personalizzazione nei metodi di vinificazione.
Solitamente il vino di Cahors si riconosce per il colore, un rubino-porpora così intenso da sembrare nero, totalmente impenetrabile.
Il naso ci trasmette il ricordo di frutta nera più o meno matura, petali di viola spesso secchi e note boisée e di spezie dolci che si intensificano con un più lungo affinamento in botti di rovere.
In bocca non è certo un vino snello: ha struttura, potenza, alcol, morbidezza da un lato e dall’altro un tannino spesso austero e ottima freschezza di partenza.
Un vino che, se prodotto in maniera tradizionale, ha bisogno di qualche anno di affinamento prima di essere apprezzato pienamente.
Il Sud Ovest della Francia è una zona bellissima da visitare, forse la più godereccia dal punto di vista gastronomico e la più estroversa e, passatemi il termine, forse “meno francese” dal punto di vista enologico.
Vi troverete tanti piccoli vignaioli che producono vini spesso al di fuori di ogni denominazione e preconcetto, con tanta voglia di crescere, di farsi conoscere e stupire.
Quelli di Cahors sono vini da assaporare lentamente, chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare con l’immaginazione lungo le sinuose rive del Lot attraverso secoli di storia e avversità.
Vini probabilmente non per tutti, vini da lasciarsi alla fine di una degustazione, da assaggiare e apprezzare poco prima dei Tannat di Madiran.
Già Madiran, altro bel territorio da scoprire di questa Francia sorprendente… parleremo anche di questo, sarà un’altra bella storia da raccontarvi.
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