Raggiunto l’accordo fra Consiglio e Parlamento europeo. Le Indicazioni Geografiche UE si rafforzano: ultimo chilometro.
Il tema “valorizzazione e tutela della qualità” si è sempre ritagliato uno spazio sulle nostre pagine.
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Siamo praticamente all’ultimo chilometro della corsa per rafforzare, tutelare – diremmo quasi “blindare” – i prodotti agroalimentari europei a marchio.
Dopo la tappa fondamentale di giugno scorso, sapevamo di essere arrivati praticamente alla fine dell’iter iniziato a marzo 2022, ma la conclusione – famoso il Trap con il suo “non dire gatto…” – non è mai così scontata quando mancano circa 7 mesi alle elezioni e allo scioglimento del Parlamento europeo.
Comunque, ne ha dato notizia ieri l’EuroConsiglio, si è raggiunto l’accordo provvisorio fra Consiglio e Parlamento UE a procedere per concludere con l’approvazione dei documenti sul rafforzamento delle Indicazioni Geografiche e altri regimi di qualità per i vini, le bevande spiritose e i prodotti agricoli e a migliorarne la diffusione in tutta l’Unione.
Si fa quindi riferimento a tutti quei prodotti agroalimentari e ai vini protetti come DOP o IGP e alle bevande spiritose a marchio IG (l’UE protegge anche le STG).
Le norme rivedute miglioreranno il sistema esistente grazie a:
- una procedura di registrazione semplificata e più efficiente, che ridurrà i tempi di attesa tra la domanda e l’effettiva registrazione dell’IG
- una maggiore protezione delle indicazioni geografiche, anche online, nei nomi di dominio contenenti indicazioni geografiche attraverso l’uso di blocchi geografici, in linea con il regolamento sui servizi digitali
- un ruolo rafforzato delle associazioni di produttori: gli Stati membri potranno attribuire ad associazioni di produttori la designazione di associazioni di produttori riconosciute, con maggiori poteri e responsabilità; l’accordo raggiunto oggi mira a mantenere le disposizioni esistenti sulle associazioni di produttori riconosciute in alcuni Stati membri, lasciando agli altri Stati membri la facoltà di istituire un sistema di riconoscimento
- una maggiore enfasi sulla sostenibilità: le associazioni di produttori potranno concordare pratiche di sostenibilità, per i prodotti agricoli e i vini, che vadano al di là delle norme nazionali o dell’Unione e, se lo desiderano, potranno illustrare tali pratiche nelle relazioni sulla sostenibilità
- l’inclusione, nell’ambito di applicazione del nuovo regolamento, di alcune disposizioni relative al vino che sono attualmente contemplate dal regolamento sull’organizzazione comune dei mercati (OCM)
L’accordo offre inoltre protezione alle IG che sono ingredienti di alimenti preimballati. I produttori che intendono utilizzare il nome di una IG che è un ingrediente di prodotti alimentari preimballati, ad esempio nell’etichettatura o in materiale pubblicitario, dovranno inviarne notifica in via preventiva alla pertinente associazione di produttori riconosciuta.
Le dichiarazioni sono quelle del Ministro spagnolo dell’Agricoltura Luis Planas Puchades (la Spagna detiene la Presidenza del Consiglio per il semestre fino a dicembre): «Le indicazioni geografiche rappresentano il meglio della ricca tradizione gastronomica europea. L’accordo raggiunto oggi contribuirà ad aumentare la diffusione delle IG in tutta Europa, ne rafforzerà la protezione, in particolare online, e contribuirà a preservare l’eccellente reputazione di cui godono i prodotti europei sui mercati mondiali».
Ok, roba già sentita più volte in questi mesi… la sostanza che interessa a noi rimanda alle diatribe tipo le recenti “Prosecco-Prosek” e “Bolgheri-Bolgaré“, questioni che, con le nuove norme, dovrebbero in futuro essere stoppate già in partenza.
Riportiamo anche la voce di Coldiretti attraverso le parole del Presidente, l’ottimo Ettore Prandini: «Con la riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine (IG) si tutela il primato italiano nell’Unione Europea con 885 prodotti riconosciuti, tra alimentari e vini, che sviluppano un valore di quasi 20 miliardi di euro con il contributo di oltre 86mila operatori. Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso Made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro. Un ringraziamento va al relatore per il Parlamento Europeo Paolo De Castro per aver ottenuto un importante risultato che rafforza il sistema delle Indicazioni Geografiche».
Nell’ultimo chilometro di questa “corsa” si proseguiranno i lavori tecnici volti a completare il testo giuridico conformemente all’accordo provvisorio. Una volta messo a punto, il testo sarà presentato, per approvazione, ai rappresentanti degli Stati membri in seno al comitato speciale Agricoltura (CSA). Fatta salva la messa a punto da parte dei giuristi-linguisti, il regolamento dovrà quindi essere formalmente adottato dal Parlamento e dal Consiglio prima di poter essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrare in vigore.
fonti: Unione Euopea – Coldiretti
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