Il Premio Nonino compie 50 anni con dedica speciale alla memoria di Benito. I vincitori saranno premiati in live streaming.
“Nato per la valorizzazione della civiltà contadina“… in poche parole l’essenza di una iniziativa di grande riferimento.
[si legge, più o meno, in: 5 minuti]
Quella del Premio Nonino 2025 è indiscutibilmente un’edizione speciale per più di un motivo. Sono infatti passati esattamente 50 anni dal 1975, quando i Nonino istituirono, con visione estremamente moderna, il Premio Nonino Risit d’Aur – Barbatella d’Oro con lo scopo di “stimolare, premiare e far ufficialmente riconoscere gli antichi vitigni autoctoni friulani”, preservare la biodiversità del territorio e premiare, con una borsa di studio annuale, la migliore ricerca di carattere sia tecnico sia storico su tali uve.
Fra gli antichi vitigni della regione, non c’era solo il Picolit (le cui bucce divennero grappe monovitigno per la prima volta grazie proprio ai Nonino) ma anche Schioppettino, Pignolo e Tazzelenghe che i distillatori di Percoto capirono essere in via di estinzione essendone vietata la coltivazione.
Altro senso di straordinarietà profonda per questa edizione è il ricordo di Benito, scomparso la scorsa estate e alla cui memoria è stato dedicato questo Premio 2025.
Nonino (ne abbiamo raccontate tante anche noi) oggi rappresenta eccellenza corredata da qualità comunicativa e tante iniziative, a testimonianza di una storia ricca di momenti altamente significativi che hanno unito la qualità produttiva alla tradizione sempre alla ricerca di un messaggio al passo con i tempi.
L’azienda è giunta alla VI^ generazione e la sua nascita risale al 1897, anno in cui Orazio Nonino stabilì a Ronchi di Percoto la sede della propria distilleria, esistita fino ad allora solamente sotto forma di alambicco itinerante montato su ruote.
Sono quindi realmente radicati i valori a cui Nonino si ispira anche nell’assegnazione del riconoscimento, cercando sempre di preservare quello spirito che nel 1975 mosse la famiglia a voler valorizzare in modo esclusivo il lavoro delle donne e degli uomini.
Nato così per salvare la diversità ampelografica friulana, il Premio punta ancora oggi a sottolineare la “permanente attualità della Civiltà contadina” intesa come rispetto della terra, del suo ecosistema, e di tutti quei valori da trasmettere alle future generazioni come nostra intrinseca identità. Vediamo i vincitori di questa edizione e una sintesi delle motivazioni.
Premio Nonino 2025: i vincitori
Riceveranno ufficialmente il Premio Nonino 2025 sabato 25 gennaio presso le Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto (cerimonia anche in live streaming su grappanonino.it dalle 12.15):
Premio Nonino Risit d’aur Barbatella d’oro
Premio internazionale Nonino (La nave di Teseo)
Premio Nonino
Premio Nonino “Maestri del nostro tempo”
Le motivazioni
La Giuria del Premio Nonino, presieduta da Antonio Damasio (neuroscienzato – Portogallo/USA), e composta da Adonis (poeta – Siria), Suad Amiry (architetto – Palestina), John Banville (scrittore – Irlanda), Luca Cendali (architetto – Italia), Mauro Ceruti (filosofo – Italia), Jorie Graham (poetessa – USA), Amin Maalouf (scrittore – Libano/Francia), Claudio Magris (scrittore – Italia), Norman Manea (scrittore – Romania) ed Edgar Morin (sociologo – Francia) ha così assegnato e motivato i premi:
Ben Little e il vitigno Pignolo
(Premio Nonino Risit d’aur Barbatella d’oro)
Irlandese (Dubliner) di nascita, friulano d’adozione, con una formazione in Economia e Commercio, da tempo Ben Little si è trasformato in uno scrittore, sommelier, blogger e poeta per caso. La sua profonda devozione per i vitigni autoctoni del Friuli Venezia Giulia lo ha catapultato, nel 2016, nel campo imprevedibilmente creativo della viticoltura quando, con un manipolo di “visionari”, ha iniziato a ricercare e parlare del Pignolo, un vitigno autoctono friulano, trascurato ma documentato fin dal 1300. I suoi studi e ricerche diventano la base per il suo debutto letterario del 2021 con il volume ‘Pignolo – Cultivating the Invisible’ (Pignolo, Coltivando l’invisibile, pp. 432 auto-pubblicato solo in lingua inglese).
Nel maggio 2023 fonda e viene eletto il primo presidente dell’Associazione del Pignolo del Friuli Venezia Giulia (www.pignolofvg.it). Oggi riveste la carica di Presidente onorario, associazione che Ben istituisce per unire le energie dei vignaioli, ricercatori e appassionati del leggendario Pignolo con lo scopo di custodirlo, raccontarlo, promuoverlo e valorizzarlo. Con oltre 34 soci attivi, il gruppo è oggi la più grande associazione di vignaioli in Friuli Venezia Giulia.
Nel 2024 giunto al quarto ‘World Pignolo Day’, organizza il Simposio nel Salone del Parlamento del Castello di Udine, dove si è parlato di vino, di territorio, di cultura ed arte con la più grande presentazione e degustazione di Pignolo mai effettuata fino ad oggi, 51 etichette con l’intento divulgativo di lavorare con tutti per il beneficio dell’intero mondo del vino del Friuli Venezia Giulia.
Michael Krüger
(Premio Internazionale Nonino)
Michael Krüger, poeta e romanziere, è nato nel 1943 a Wittgendorf nella Sassonia-Anhalt, è cresciuto a Berlino e vive a Monaco. Per molti anni è stato l’anima della Carl Hanser Verlag una delle più prestigiose case editrici tedesche. Entrato come lettore presso l’editore di Monaco di Baviera nel 1968, dal 1986 ne è diventato direttore letterario, carica che ha lasciato di recente dopo una carriera luminosa che lo ha portato a inserire in catalogo ben quattordici scrittori premi Nobel, tra i quali Joseph Brodsky, Derek Walcott e Tomas Tranströmer. È stato il direttore della rivista “Akzente” nonché di Edition Akzente.
È membro di diverse accademie, presidente dell’Accademia bavarese di Belle Arti e autore di numerosi volumi di poesie, racconti, romanzi e traduzioni. Intellettuale raffinato, Krüger ha più di quaranta libri al suo attivo, spaziando tra poesie, racconti, romanzi, critica letteraria e traduzioni, tra cui quella delle poesie di Cesare Pavese. Il suo primo volume di storie Was tun – eine altmodische Geschichte (What shall we do – an old-fashioned story) è stato pubblicato nel 1984. Per la sua opera letteraria, Krüger ha pubblicato quasi due dozzine di libri con poesie, romanzi e storie, ha ricevuto molti premi tra cui il Peter-Huchel-Preis (1986), il Premio Médicis Etrangers nel 1996 il Mörike-Preis (2006), il Joseph-Breitbach-Preis (2010) e il Premio Cesare De Michelis per l’editoria nel 2023.
Dominique De Villepin
(Premio Nonino)
Dominique de Villepin, nato a Rabat, Marocco, il 14 novembre 1953 è un diplomatico, scrittore, avvocato e politico francese. Laureato in Lettere e Giurisprudenza, desiderando intraprendere la carriera diplomatica, studia presso l’Istituto di Scienze Politiche di Parigi, e alla Scuola Nazionale di Amministrazione conseguendo la laurea. Membro Onorario della Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg, lavora per il Ministero degli Affari Esteri dal 1980 al 1995, periodo durante il quale viene prima destinato alle ambasciate francesi di Washington (Stati Uniti) e Nuova Delhi (India), e in seguito ricopre la funzione di Vice capo degli Affari Africani (1992 – 1993) e di Capo di Gabinetto del Ministro degli Affari Esteri (1993 – 1995).
Nel maggio del 1995 diviene Capo di gabinetto del Presidente della Repubblica, incarico che occupa fino al maggio 2002 quando viene nominato Ministro degli Affari Esteri e Rappresentante alla Convenzione Europea sul Futuro dell’Europa (2002 – 2004). Nel suo ruolo di responsabile della politica estera, è il capofila del dissenso contro gli USA e la guerra in Iraq, e al Consiglio di Sicurezza dell’ONU pronuncia un discorso così risoluto, che gli varrà l’applauso dei rappresentanti dei Paesi membri ostili al conflitto. Nel 2004 viene nominato Ministro dell’Interno e nel 2005 diviene Primo Ministro, incarico che occupa fino al 2007, anno della scadenza del mandato. Da quel momento lascia la politica attiva. Presidente della Villepin International – studio legale e di consulenza, è anche presidente onorario della Fondazione per l’Arte e la Cultura di Hong Kong. È anche un intellettuale raffinato, appassionato di letteratura e in particolare di poesia, che ha pubblicato diversi libri, tra cui poesie, saggi storici e politici, e uno studio su Napoleone.
Germaine Acogny
(Premio Nonino “Maestri del nostro Tempo”)
Danzatrice, coreografa e insegnante senegalese e francese, Germaine Acogny, influenzata dall’eredità gestuale di sua nonna, sacerdotessa Yoruba, ha sviluppato la sua tecnica di danza moderna africana ed è considerata in tutto il mondo la “madre della danza contemporanea africana”. Nata in Benin nel 1944 da padre senegalese, a 10 anni si trasferisce con il padre a Dakar, in Senegal, dove trascorre il resto della sua infanzia. Negli anni ‘60 decide di trasferirsi in Francia per studiare danza moderna e balletto all’École Simon Siégel di Parigi.
Nel 1968, all’età di 24 anni fonda la sua prima scuola di danza a Dakar. Tra il 1977 e il 1982 è direttrice artistica del Mudra Afrique (Dakar). Nel 1980 scrive il suo primo libro “Danza africana”, edito in inglese, tedesco e francese basato sulla sua tecnica di danza moderna africana. Quando nel 1982 Mudra Afrique chiude, si trasferisce a Bruxelles per lavorare con la compagnia di Maurice Béjart dove organizza workshop internazionali e rinnova l’esperienza in Africa, a Fanghoumé, un piccolo villaggio nel sud del Senegal con danzatori stagisti provenienti da tutto il mondo.
Lavora con Peter Gabriel per un videoclip e crea il suo assolo “Sahel”. Nel 1995 decide di tornare in Senegal con l’obiettivo di creare un Centro Internazionale di Danze Africane Tradizionali e Contemporanee: un punto di incontro per danzatori provenienti dall’Africa e da tutto il mondo con l’obiettivo di orientarli verso una Danza Africana Contemporanea. La costruzione del Centro – chiamato anche «L’Ecole des Sables» – è stata completata nel giugno 2004.
Il suo contributo alla formazione nella danza e nella coreografia dei giovani dell’Africa occidentale e l’ampia diffusione del suo lavoro nel Paese d’origine e nel mondo hanno fatto di lei una delle voci autonome che più hanno inciso sullo sviluppo dell’arte della danza. Germaine Acogny crede nel potere della danza di cambiare la vita delle persone e si è sempre impegnata a condividere la sua passione come atto di trasformazione e di rigenerazione.
Nonino ha più volte valorizzato figure diventate poi di assoluto riferimento culturale e sociale nel mondo. Il Premio Nonino ha infatti anticipato per ben 6 volte le scelte dei premi Nobel:
- Rigoberta Menchù (Premio Nonino1988, Premio Nobel 1993)
- V.S. Naipaul (Premio Nonino 1993, Premio Nobel 2001)
- Tomas Tranströmer (Premio Nonino 2004, Premio Nobel 2011)
- Mo Yan (Premio Nonino 2005, Premio Nobel 2012)
- Peter Higgs (Premio Nonino 2013, Premio Nobel 2013)
- Giorgio Parisi (Premio Nonino a “Maestro del nostro Tempo” 2005, Nobel per la Fisica 2021)
Ulteriori dettagli sulle pagine ufficiali di Premio Nonino
fonte: Nonino distillatori
spiritoitaliano.net © 2020-2025