Nuovi problemi per l’adozione del Nutriscore che adesso rischia la soffitta. Francesi incazzatissimi.
Brevissimo recap di una storia triste: il Nutri-score, un sistema di etichettatura nutrizionale sviluppato nel 2017 in Francia, nel 2020 pareva ormai pronto per diventare obbligatorio anche in tutta l’Unione Europea.
[si legge (più o meno) in: 3 minuti]
Nel corso dell’ultimo lustro, otto Paesi del continente (7 dell’UE: Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Spagna, Portogallo e 1 extra: la Svizzera) lo hanno adottato sebbene i portoghesi abbiano poi fatto marcia indietro poco meno di un anno fa.
Durante questo lasso di tempo si è creato un blocco contrapposto per favorire un sistema informativo alternativo: il Nutrinform battery, spinto soprattutto dall’Italia nel pericolo che il Nutri-score potesse danneggiare il sistema-vino con una informazione altamente incompleta perché relegata esclusivamente a una mera classificazione (da lettera verde “A” a lettera rossa “E”) non esaustiva. Timori accentuati nel momento in cui, nel 2022, si paventò addirittura l’ipotesi di creare una nuova classe identificata dalla lettera “F” di colore nero.
Premesso che i problemi urgenti sembrano in questi giorni essere ben altri per l’UE, se parliamo di etichettatura pare ci siano novità sulla base di indiscrezioni captate da RadioFrance. Secondo l’emittente, esisterebbero infatti dei documenti che attesterebbero la volontà della Commissione di affidarsi a una terza via (forse di mezzo) ma che non sarebbe certamente identica al Nutri-score, anzi…
Da queste pagine non abbiamo mai (neppure cinque anni fa) messo in dubbio che l’alcol sia nocivo per la salute, abbiamo tuttavia incessantemente sottolineato di quanto sia indispensabile rendere consapevole il consumatore e comprendere che il consumo moderato di bevande alcoliche possa portare benefici psicologici seppur in contrasto con i danni fisici rapportati alla quantità ingerita.
Cultura e sapori del territorio sono concetti insiti nel vino e in alcuni distillati di grande tradizione, non può essere tutto cancellato solo perché l’assaggio può portare a conseguenze inauspicabili. Occorre informare bene e guidare i consumatori alla convivenza, consci di ciò che è bene e ciò che non lo è.
Detto ciò, e stendendo un velo estremamente pietoso sull’imbarazzante uscita del ministro Lollobrigida (un vero autogol per il settore) che pochi giorni fa ha difeso il vino (bevanda con almeno il 70-75%% di acqua) screditando l’abuso dell’acqua, l’azione della politica italiana in Europa pare abbia messo davvero i bastoni fra le ruote al Nutri-score e fatto incazzare non poco i francesi.
Vedremo nelle prossime settimane, ma sopra le Alpi si grida al complotto contro il Governo italiano e un sistema di lobby che ha lavorato nell’ombra in questi anni.
RadioFrance riporta le parole dell’inventore del Nutri-score, il professor Serge Hercberg (Sorbonne Paris-nord), apparso furioso: «È totalmente ipocrita e assurdo. Da un lato, la Commissione riconosce l’importanza scientifica del Nutri-score, ma dall’altro cede alle pressioni delle lobby».
Va giù pesante anche la portavoce di Bureau Européen des Unions de Consommateurs (BEUC) Emma Calvert: «Si è scatenata una campagna di lobbying molto intensa contro il Nutri-score. DG Agri e DG Sante hanno avuto 17 incontri con gli oppositori del Nutri-score e solo 2 con la società civile. Ciò che sorprende è vedere alcune delle argomentazioni avanzate durante questi incontri: gli italiani, per esempio, hanno detto che non c’erano prove scientifiche dietro il Nutri-score quando in realtà non esiste un’etichetta nutrizionale che contenga così tante prove scientifiche!».
L’apologia del Nutri-score arriva però anche dall’Italia. Così il medico nutrizionista Antonio Pratesi, collaboratore abituale del quotidiano indipendente Il Fatto Alimentare: «Il nostro Governo e i nostri produttori mentono continuamente quando parlano del Nutri-score. Affermano che è una multinazionale alimentare che ha creato il Nutri-score per mettere fine al “made in Italy” ma questo è falso! Affermano anche che il Nutri-score è contro la dieta mediterranea che l’olio d’oliva ha la classe E. Non è vero, è la classe B».
Rimaniamo in attesa di novità dall’Unione Europea mentre anche holding come Danone sembrano ormai allontanarsi dalle lettere e dal semaforo facendo un passo indietro ritirando il Nutri-score dai suoi prodotti per sostituirlo con un nuovo metodo di calcolo più severo.
Il Nutri-score pare avere adesso le ore contate, oh no…
fonte: RadioFrance
spiritoitaliano.net © 2020-2025