Sano, sostenibile, buono e giusto: vino e cibo ai tempi di Sana Food e Slow Wine Fair prima edizione. Serve cambiare.
Diventerà la seconda fiera più importante d’Italia del settore. La nuova accoppiata SANA-Slow Food promette di essere un vero riferimento per i prossimi anni.
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Dire: “il mondo del vino sta cambiando” è ormai da archivio, siamo già in una nuova epoca, difficile da gestire e con prospettive in chiaroscuro ma che lasciano ampi margini di speranza nel momento in cui si cerchino interpretazioni contemporanee, sempre più scevre di tecnicismi e sempre più vicine all’emozione data dal lavoro di qualità artigianale.
Dall’altro lato: la produzione rigorosamente attenta alla natura e a quei concetti esistenziali e alimentari che oggi (soprattutto nelle nuove generazioni) diventano cruciali nel proporre un prodotto e il suo messaggio.
L’unione di SANA (by Bolognafiere) con Slow Wine nasce da queste esigenze e dall’intuizione che sia arrivato il momento giusto per proporre qualcosa che possa segnare il prossimo futuro per un’alimentazione sana che non escluda il piacere dei sapori.
Ieri a Bologna, in Palazzo d’Accursio, la conferenza stampa di presentazione ha allineato un po’ tutti gli intervernti su alcuni concetti chiave. Parole che (come già scritto giorni fa) ci risultano quotidianamente ridondanti e inflazionate: natura, sostenibilità, ambiente, biodiversità, etc… ma in questo caso è come se i messaggi fossero a “casa madre“, nelle “menti ispiratrici” o quantomeno fra le prime che ci hanno creduto e che da anni divulgano e ne propagano la filosofia.
Giusto per chiarire: SANA è arrivata quest’anno alla 36^ edizione, chi di voi ha qualche capello bianco provi a ricordarsi la situazione nel 1988, gli stili di vita e le abitudini al consumo dell’epoca… Il 2020 è stato un anno che poi ha inesorabilmente funto da demarcatore di mercati e consapevolezze, oggi il pre-covid appare lontanissimo con i suoi stili di vita ormai parzialmente desueti e Bolognafiere, evidentemente, come tanti lo ha capito ma come pochi è riuscita a ideare una contromisura che – almeno a nostra veduta – risulterà efficace.
SANA ha deciso di scindere i suoi settori e, da una singola vetrina autunnale, convoglierà il SANA Beauty sul prossimo Cosmoprof di marzo mentre il Food sarà, appunto, assieme a Slow Wine Fair sposandone in pieno il concetto ispiratore per una manifestazione di “commercio” ma soprattutto di “contenuti” e con un unico biglietto d’ingresso.
Nella presentazione di ieri, il Direttore manifestazioni F&B Bolognafiere Domenico Lunghi, non a caso ha rimarcato gli importanti investimenti fatti in questi anni dall’ente per il risparmio idrico ed energetico, sottolineando poi che per questo evento il recupero dei rifiuti sarà quasi totale.
Su SANA Food e Slow Wine Fair c’è sicuramente l’occhio attento anche del Comune di Bologna (patrocinante assieme al MASAF, Confcommercio e Camcom BO) non solo per i numeri attesi ma essenzialmente per il principio fondante. In un evento espressamente pensato per il mondo della ristorazione fuori casa e dell’HoReCa, il Consigliere delegato all’Agricoltura della Città metropolitana Franco Cima ha sottolineato di quanto l’amministrazione metropolitana felsinea abbia: «Dato forza al concetto di diritto al cibo, sano e giusto» fino ad averlo recentemente inserito fra gli articoli del proprio statuto.
Una politica alimentare che va ovviamente oltre il business e intercetta il sociale se pensiamo alle tante realtà di ristorazione collettiva per le quali la fiera di Bologna è un’opportunità rilevante.
Idea condivisa pienamente anche da Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio che, a proposito di biologico, ha ricordato che: «Il Protocollo sottoscritto nel 2020 tra FederBio, Slow Food e BolognaFiere parte proprio dal presupposto che il biologico è il metodo di riferimento per il vino “buono, pulito e giusto”, poiché rappresenta la punta più avanzata della sostenibilità nel settore vitivinicolo. La superficie vitata biologica in Italia rappresenta ormai il 23% del vigneto complessivo, con punte che raggiungono il 40% in Toscana e il 36% in Sicilia, e con quasi trentamila operatori dedicati. Una posizione di leadership mondiale che si caratterizza per un’alta qualità, per una filiera che rispetta la salute e l’ambiente e che premia l’impegno di tanti viticoltori anche nella valorizzazion il territorio».
Le finalità, le esigenze, gli intenti condivisi da tutti gli attori, sono stati probabilmente riassunti nella decina di minuti di pregnante intervento del coordinatore Slow Wine Coalition Giancarlo Gariglio: «La Slow Wine Fair si conferma differente perché alla sua base ha sempre un tema politico di grande rilevanza e attualità. In questa edizione dedichiamo i nostri sforzi a far sì che la filiera vitivinicola diventi uno dei settori produttivi a minor impatto ambientale.
Oggi i dati affermano che il vino non è più attrattivo per i giovani e che i consumi stanno diminuendo, ma se non offriamo alternative interessanti e soluzioni innovative a queste fasce di appassionati, non ci sarà alcuna partita. Al contrario, è importante sottolineare che il vino, consumato con moderazione, è l’unica bevanda alcolica che ha il potere di far bene al paesaggio (grazie a vignaiole e vignaioli che sono sentinelle del territorio), all’ambiente (attraverso un’agricoltura sostenibile basata sulla rigenerazione del suolo), ma anche alla società, garantendo un rapporto virtuoso con i dipendenti e con gli abitanti dei villaggi di collina, che spesso sarebbero abbandonati se non esistesse la viticoltura»
Già… i giovani… proprio sicuri che sia una battaglia già persa? Noi di Spirito Italiano siamo davvero “in linea” con quanto ascoltato ieri, sia con quanto sopra riportato che con quanto leggerete sotto di “virgolettato” dalla conferenza stampa di Bologna. Possiamo farcela.
A proposito di nuove generazioni, ha detto la sua anche il DG Confcommercio Ascom BO Giancarlo Tonelli: «Il tema della sana e corretta alimentazione è un tema importante e delicato con varie sollecitazioni esterne da affrontare nel modo giusto. E’ fondamentale che cresca all’interno della società la consapevolezza che siamo una nazione-guida del settore e che in una dieta sana, corretta ed equilibrata ci può essere posto per tutto.
Vedo con molto piacere questa unione e il biglietto unico perché serve un dialogo comune per trasferire insieme i valori giusti nella società e nell’impresa. La sostenibilità è un terreno comune di lavoro che può dar vita a condizioni idonee per le piccole imprese e per i giovani. Sono tantissimi i giovani che partecipano a queste fiere e da cui possono sviluppare delle opportunità professionali. C’è un mondo che sta guardando quello che stiamo facendo».
Se parliamo poi di impresa e di business, come per altre manifestazioni di rilievo, il supporto di Agenzia ICE Italian Trade Agency è determinante. Un sostegno fattivo per l’incoming di operatori internazionali selezionati. In collegamento da remoto, Direttore Generale Agenzia ICE Lorenzo Galanti ha parlato di: «centotrenta delegati presenti a Bologna – 80 per Food e 50 per WIne – perché è fondamentale fornire supporto a queste manifestazioni dedicate ai prodotti biologici e alla sana alimentazione. Il mercato rappresenta una significativa risorsa per il nostro Paese, con un valore di oltre 5 miliardi di euro, di cui oltre i due terzi vengono esportati, secondo un trend di crescita costante, e con un’incidenza del 6% circa sul totale dell’export agroalimentare, che nel caso del vino biologico raggiunge l’8,5% sul totale dell’export vitivinicolo».
Una vetrina lustrata anche con il supporto di Regione Emilia Romagna e dalla sua Enoteca regionale. Non solo per operatori internazionali, non solo per buyer e B2B ma anche per il consumatore finale, l’offerta a Slow Wine Fair sarà importante e rappresentativa dei consorzi più piccoli e di quelle uve territoriali come Pignoletto, Malvasia di Candia aromatica, lambruschi, Albana e Sangiovese che in queste ultime annate hanno mostrato risultati altalenanti e sono state emblema del coraggio di molti vignaioli nelle aree più colpite dagli eventi atmosferici.
Di quanto potrete trovare in fiera e del programma, ne abbiamo già scritto giorni fa ma è giusto ricordare che la rappresentativa vitivinicola dell’Emilia Romagna sarà davvero nutrita e proveniente da ogni provincia: Bologna (15), Forlì-Cesena (20), MO (17), PR (4), PC (9), RA (19), RE (8) e RN (4).
Oltre la manifestazione enogastronomica, a noi interessa annunciare che l’evento è denso di significati ed è propulsivo per affrontare i tempi con approccio contemporaneo. Sapore, qualità, sana alimentazione, equità sociale e sostenibilità ambientale… tutto giusto, tutto bello se comprendiamo che per comunicare il tutto serve essere al passo con i tempi.
Come ha ricordato il consigliere di Enoteca regionale Roberto Sarti: «In una fase di difficoltà del comparto fra economia, leggi, mercati e allarmismi serve trovare un linguaggio più comprensibile e molto meno autoreferenziale. Il vino non è solo alcol e si lega alla cultura e al turismo. Il pubblico è sempre più coinvolto da argomenti diversi e sempre meno da eventuali riconoscimenti di goudron o di pelo di cavallo bagnato».
Meditiamo…
[PB]
fonte: Bolognafiere, Slow Wine Fair – foto: Paolo Bini ©
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