Sassonia: un vero amore per il vino

La Sassonia è una regione tedesca di qualità identitaria e vero amore per il vino. Seconda parte e un trio di aziende.


Riprendiamo il nostro sintetico focus su una delle regioni vitivinicole più piccole della Germania e, anche per questo, fra le più interessanti da scoprire.


[si legge, più o meno, in: 4 minuti]

In Sassonia sono poco più di 500 gli ettari vitati ma è grande la tradizione vitivinicola anche nel consumo perché, a differenza di quanto si possa immaginare, i sassoni hanno sempre bevuto più vino che birra e sono tante le iniziative che nei vari paesi si organizzano per la promozione, la cultura e il divertimento enoico.

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foto: A.M. Santangelo ©

La Sassonia fa parte di quelle aree europee degne della nostra massima attenzione, soprattutto in quest’epoca di trasformazione e cambiamenti (sia produttivi che commerciali che climatici).

Una regione quindi interessantissima, con città straordinarie per storia e cultura ma che può altrettanto vantare un territorio e una vitivinicoltura da scoprire per peculiarità e qualità. Il tutto circondato da una natura suggestiva e da vivere in completa immersione grazie a un sentiero escursionistico di 90 chilometri fra boschi e colline che circondano il fiume Elba.

Andiamo a conoscerla ancora meglio, guidati dalla mano esperta (sul territorio, sulla tastiera e sul calice) di Ulrich Kohlmann

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Dresden – foto: René Venus

Benritrovati! Proseguiamo insieme questo piccolo tour virtuale in Sassonia aggiungendo qualche breve informazione a quanto introdotto la volta scorsa e andando, più sotto, a scoprire un trio di realtà produttive fra le più rappresentative del territorio.

La caduta del muro nell’anno 1989 è stato un vero spartiacque per la viticoltura della Germania dell’Est. L’imperativo del socialismo reale di fare massa e la cronica carenza di materiali e strumenti agricoli aveva lasciato la maggior parte dei vigneti in condizioni disperate.

Dagli anni novanta è stato possibile reimpiantare vigneti, ricostruire muretti a secco fatiscenti, rigenerare terreni impoveriti da anni di gestioni obsolete e avviare la costruzione di cantine moderne. Il livello qualitativo che molti vini sassoni hanno raggiunto oggi si deve infatti all’iniziativa di numerosi viticoltori che hanno faticosamente raggiunto questo risultato straordinario. Facciamo alcuni esempi.

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Castello di Moritzburg – foto: Toni Paul

Sassonia: fra le cantine più rappresentative

Weinmanufaktur am Mariaberg Martin Schwarz

Martin Schwarz non è nato nella Germania dell’Est. Non proviene nemmeno da una famiglia di viticoltori. Intraprendere questo mestiere in Sassonia, in terra sconosciuta, è stata quindi una decisione piena di rischi, qualcosa tra il coraggioso e lo sconsiderato.

Martin però non è il tipo che si fa intimidire facilmente. Insieme alla sua compagna Grit Geißler inizia con un mezzo ettaro. Seguono anni in cui sembra che i due debbano attraversare un deserto: nessun vigneto da affittare, nessun edificio per una cantina alla loro portata.

La fortuna aiuta gli audaci? Qualche volta sì. Con la possibilità di ristrutturare un vigneto storico, abbandonato per oltre 80 anni, si apre una prospettiva promettente. Ha visto bene Martin, il Friedstein si è rivelato il loro vigneto migliore, un vero grand cru.

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foto: Peter Bender © courtesy: Martin Schwarz

Attualmente l’azienda conta 6 ettari. Il fatto di dover lavorare su singole parcelle già impiantate con Pinot bianco, Pinot grigio, Riesling, Traminer, Pinot nero, Blaufränkisch e Portugieser ha suggerito di iniziare con alcune cuvée. Ma il grande talento di questo vignaiolo si rivela chiaramente quando si assaggiano i suoi Riesling e gli Spätburgunder (Pinot nero) che raggiungono livelli qualitativi tali da essere un punto di riferimento per tutta la regione.

Non a caso Martin Schwarz è stato ammesso un paio d’anni fa nel VDP, l’associazione di viticoltori più prestigiosa della Germania.

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foto: Peter Bender © courtesy: Martin Schwarz
I vini

Tra le cuvée va segnalato il “Kleine Schwarz2023 dove Scheurebe, Riesling, Pinot bianco e Müller Thurgau creano accattivanti sinergie odorose con note vegetali, mela verde e pesche e una leggera sapidità in finale.

Livelli di eccellenza si raggiungono con i due vini del vigneto “Friedstein”. Il Riesling Friedstein 2022 si presenta di un giallo paglierino con riflessi dorati. Dietro a un sipario di sentori minerali in cui spicca la pietra focaia emergono frutta tropicale e mandorle dolci. Ottima freschezza, corpo pieno e decisamente sapido.

Dello stesso livello si rivela il Pinot noir Friedstein 2020 che si fa apprezzare per i suoi eleganti profumi di frutti rossi maturi, gelatina di cassis, cioccolato e chiodi di garofano a cui seguono al palato tannini morbidi, un corpo pieno e un finale lungo.

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foto: Anna Maria Santangelo ©

Weingut Klaus Zimmerling

“Benvenuti nella cantina Klaus Zimmerling, dove arte e vino si fondono in modo unico. Due professioni, due passioni che toccano l’anima”. Non potevo certamente mancare alla visita di un’azienda che si presenta con queste parole chiave che suscitano in me inevitabilmente una forte reazione pawloviana.

Il connubio tra arte e vino, si potrebbe pensare, non è una vera novità. Un’opera d’arte nel vigneto, un’etichetta elegante e una sala di degustazione chic si trovano anche altrove. Ma qui arte e vino formano una coppia, nel senso proprio del termine.

Il viticoltore della Germania orientale Klaus Zimmerling e la sua compagna, la scultrice polacca Malgorzata Chodakowska hanno realizzato un Gesamtkunstwerk in cui statue sensuali e vini finemente cesellati si intrecciano. Il denominatore comune dei loro lavori è una forma di purismo che contrappone al concetto di un bello ideale quello del bello naturale.

Per quanto riguarda il vino ne risulta un approccio minimalista in vigna e in cantina che fa sul serio con la fiducia nella natura. Che questo, in alcuni anni, porta a vini con un residuo zuccherino più alto Klaus Zimmerling lo accetta serenamente come espressione tipica dell’annata.

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foto: Anna Maria Santangelo ©
I vini

Di grande equilibrio nel suo gioco tra zuccheri e acidità  si dimostra il Riesling R 2021 che incanta con sentori di uva spina, pesche mature e erbe aromatiche. Una freschezza importante, seguita da una lunga scia sapida regalano slancio e tipicità.

Anche il Gewürztraminer 2021 Grosse Lage VDP che si annuncia con eleganti sentori di rosa bianca, litchi e pepe bianco dimostra un bilanciamento perfetto, ulteriormente impreziosito da una leggerezza alcolica piuttosto rara per vini ottenuti da questo vitigno.

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foto: Anna Maria Santangelo ©

Weingut Schloss Proschwitz

Il Castello di Proschwitz e gran parte dei suoi vigneti furono espropriati senza indennizzo dai sovietici nel 1945. Solo negli anni Novanta del secolo appena trascorso l’odierno proprietario Georg Prinz zur Lippe è riuscito a riacquistare gran parte dei vigneti e del castello di famiglia la cui ampia ristrutturazione ha richiesto lavori piuttosto impegnativi conclusi solo recentemente.

Situata vicino a Meissen, una pittoresca cittadina famosa per la più antica manifattura di porcellana d’Europa, l’azienda è una destinazione molto popolare tra gli amanti del vino. Su 72 ettari attualmente in produzione troviamo un’ampia gamma di vitigni tra i quali anche l’Elbling di cui l’azienda – in regime biologico dal 2021 – è il più grande produttore. Il vitigno che fino alla metà dell’Ottocento costituiva il 75% di tutti i vitigni presenti in Germania è oggi una rarità.

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Alba in Sassonia – foto: René
I vini

Un bell’esempio è l’Elbling 2023 VDP Gutswein trocken che profuma di pesca e fiori gialli. In bocca si presenta con una vivace freschezza e un apporto alcolico basso (11%) che lo rende un ideale aperitivo estivo. Interessante anche la produzione spumantistica di cui spicca il metodo classico Pas de deux 2020 brut (60% pino nero, 40% chardonnay) che dopo 24 mesi sulle fecce fini rivela al naso piacevoli note di pasticceria e nocciole. Il gusto è pieno con bollicine gradevoli e una vibrante freschezza.

Tra i bianchi fermi primeggia il Weissburgunder 2021 VDP Grosse Lage che incanta con eleganti sentori di frutta gialla matura come mango e pesca, accompagnati da accenni di ginestra e erbe aromatiche. In bocca si riscontra una notevole freschezza portata in equilibrio da un piccolo residuo zuccherino che lo rende armonico. Molto sapido e lungo.

Di bella fattura anche il Kloster Heilig Kreuz Spätburgunder 2020 VDP 1. Lage che offre un ricco ventaglio di profumi composto da ribes nero, lamponi, foglie di tabacco giallo e resine. Grazie ad un corpo pieno e a tannini rotondi, in bocca è morbido con un piacevole finale sapido.

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fonte: VDP. Die Prädikatsweingüter

Nel caso decideste di visitare l’incantevole Sassonia e conoscere da vicino le attività vitivinicole, oltre alle informazioni turistiche (anche in italiano) su sachsen-tourismus.de potrebbero risultare utili le informazioni sul sito dell’associazione Weinbauverband Sachsen.


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Leggi la 1^ parte: I piccoli tesori vinicoli della Sassonia
fonti: vdp.de
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