Tradizione e vero amore per il vino: la Sassonia è una piccola regione vitivinicola tedesca ma estremamente vocata.
Con 509 ettari vitati, la Sassonia è una delle più piccole regioni vitivinicole della Germania [1]
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Appena lo 0,3% della produzione enoica tedesca proviene da vigneti sassoni che si estendono a macchia di leopardo lungo il fiume Elba. Non c’è quindi da stupirsi che il vino di questa regione sia praticamente assente non solo nel commercio estero ma anche negli altri Länder della Repubblica Federale. Per la maggior parte viene consumato, infatti, nella sua stessa regione.
E allora, perché un articolo sul vino sassone?
Grazie ad una posizione geografica davvero eccezionale i vini di questa zona offrono caratteristiche sensoriali di grande pregio e si distinguono nettamente per la loro tipicità. I vigneti della Sassonia si trovano, infatti, tutti oltre i 51° di latitudine. Da quelle parti il clima è decisamente continentale con inverni freddi ed estati calde e secche.
Una media di 1570 ore di sole all’anno suggerisce un confronto con la Champagne e come nella famosa regione francese, gli sbalzi termici causati da notti fresche permettono alle uve di mantenere una vibrante acidità. Un vero cool climate. Da non dimenticare anche che durante l’estate le giornate nordiche sono più lunghe rispetto alle zone vitivinicole dell’Europa meridionale. Questo fattore, spesso sottovaluto, permette alle uve di maturare lentamente arricchendosi di aromi complessi e profondi.
Non c’è da stupirsi quindi che oltre l’80% dei 67 vitigni registrati nella regione siano bianchi e che la produzione di spumanti abbia una lunga tradizione.
La Sassonia ha molto da offrire e non solo nel calice. Il gioiello barocco di Dresda ispirò già il pittore veneziano Bernardo Bellotto a creare meravigliose vedute della città, che oggi si possono ammirare nella “Gemäldegalerie”, la Pinacoteca di Dresda. Tra l’altro, nello stesso museo si trova anche la Venere di Giorgione e Tiziano.
Anche la natura della Sassonia (Sachsen in tedesco) è stata immortalata, nel più famoso dipinto del Romanticismo tedesco, il “Viandante sopra il mare di nebbia” di Caspar David Friedrich. Gli amanti della musica invece prima o poi fanno pellegrinaggio a Lipsia, la città di Johann Sebastian Bach.
E poi il bel paesaggio ancora lontano dal turismo di massa. Grazie ad un sentiero escursionistico di 90 chilometri è oggi possibile esplorare i boschi e le colline che circondano il fiume Elba. E se vi viene sete, in ogni villaggio c’è del vino, perché i sassoni bevono anche birra ma soprattutto vino.
In due articoli, faremo anche un piccolo tour virtuale fra le aziende più rappresentative del territorio. Siamo sicuri di stimolare la vostra curiosità per un viaggio oppure una maggior attenzione fra gli scaffali delle enoteche più fornite. Partiamo da quella più grande e di antico blasone.
Sassonia: fra le cantine più rappresentative
Schloss Wackerbarth
In questa cantina passato e presente della cultura vitivinicola sassone si fondono. Il castello con alcuni vigneti annessi fu proprietà del Conte von Wackerbarth, uno stretto collaboratore di Federico Augusto di Sassonia (1670 – 1733).
Quest’ultimo, noto come mecenate delle arti e artefice dell’architettura barocca a Dresda, si distinse anche nel campo del vino per un’invenzione più unica che rara: la fondazione della “société des antisobres”, cioè di una società contro la sobrietà.
Per chi vuole approfondire, la letteratura in merito è numerosa [2] e di ogni genere, comunque l’idea era semplice: finché si beve, non si spara. Invitare il principale nemico della Sassonia, il re prussiano Federico Guglielmo I, a queste riunioni di allegre bevute fu quindi una mossa diplomatica di prim’ordine.
Gli incontri che si tennero nel palazzo del Conte von Wackerbarth a Dresda diedero effettivamente frutti pacifici per alcuni anni. A lungo andare, purtroppo, fu chiaro che la Prussia puntava alla gloria delle armi mentre la Sassonia si dedicava al glamour delle feste. Tuttavia, almeno per un paio d’anni Bacco riuscì a conciliare due filosofie di vita così diverse.
Oggi Wackerbarth, l’azienda più grande della Sassonia, non nasconde queste radici, ma nemmeno le sfrutta in modo avventato. La semplice storia di un Bacco al trono non attirerebbe gli oltre 190.000 visitatori all’anno.
Le ragioni del successo sono da ricercarsi altrove, in primis nella qualità dei vini ma anche in un approccio enoturistico davvero originale. L’idea di base è che il consumo di vino é fortemente determinato dalle emozioni, evocate da esperienze uniche che creano legami profondi e duraturi tra il consumatore e la bevanda.
Un paio di esempi? A Wackerbarth ci si è dedicati al restauro di circa 25.000 m2 di muri a secco che incorniciano un giardino barocco molto curato. Chi non vorrebbe godersi un bicchiere di vino in un ambiente di tale bellezza e storicità?
Moderne sale di degustazione e di vendita, un vigneto didattico, un’infrastruttura per ricevimenti e matrimoni si trovano anche altrove ma qui l’ulteriore punto di forza sono le numerose attività che a Wackerbarth si organizzano per bambini e ragazzi. Così anche le famiglie si trovano a proprio agio. Gli adulti assaggiano, la prole gioca.
Fa parte di questo concetto complesso e lungimirante, abbandonare l’idea obsoleta di un enoturismo stagionale. A Wackerbarth la cultura del vino viene vissuta tutti i giorni – inclusa la domenica – e tutto l’anno, con eventi adeguati ad ogni stagione.
Non ho dubbi: Augusto di Sassonia sarebbe stato pienamente d’accordo.
I vini
Tra i tanti vini di questa azienda va ricordato il Goldriesling. Di origine alsaziana, oggi è un vitigno presente solo in Sassonia. Anche se non può competere con la raffinatezza e la complessità del Riesling renano, nelle mani giuste diventa un vino succoso, di facile beva che profuma delicatamente di limoni. Il Riesling Radebeuler Goldener Wagen 2021 ottenuto dalla parcella Protze, invece si presenta al naso molto fine ed è caratterizzato da un perfetto bilanciamento tra note fruttate e sentori minerali con una freschezza da vendere. Anche il Traminer Goldener Wagen, Spätlese 2022 che sfodera incantevoli profumi maturi di rose, litchi e pesche dimostra la capacità di questa azienda di produrre vini di grande equilibrio e con uno stile preciso.
Ottima anche la produzione di spumanti metodo classico di cui l’azienda vanta una delle tradizioni più antiche della Germania. Tra le numerose etichette prodotte a Wackerbarth spicca il Bussard Royal Réserve brut, un metodo classico a base di pinot grigio, pinot bianco e pinot nero con oltre 42 mesi sui lieviti. Al naso rivela sentori molto fini di frutti gialli, pere cotogne, mela golden, ribes bianco e pasticceria. In bocca è ben disteso, cremoso e chiude con una lunga scia sapida che invoglia al prossimo sorso. Un grande vino.
Per visitarla su web – Per visitarla di persona
Per adesso ci fermiamo qui, nel prossimo articolo aggiungeremo qualche informazione e andremo a scoprire altre tre cantine di Sassonia.
Note
[1] fonte Weinbauverband Sachsen
[2] Sächsischen Landesbibliothek Staats und Universitätsbibliothek Dresden (SLUB)
fonti: vdp.de, slub-dresden.de
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