“Una storia italiana di un’azienda italiana” che fa eccellenza. Sebastiano de Corato è il volto di una famiglia che dà valore a un territorio
IL SENSO DELLA VITE: STORIE DI PERSONAGGI
Un incontro piacevole con una persona garbata e professionalmente preparata, questa è stata l’intervista a Sebastiano de Corato dell’azienda pugliese Rivera.
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Porta lo stesso nome del nonno (e lo dice con una nota di affetto che pare toccarsi con mano), colui che seppe dare una nuova vita alla tenuta acquistata dal padre nel 1921, una tenuta che si presentava soprattutto come coltivazione e pascolo.
Da lì inizia la storia di Rivera, fatta di tradizione, attaccamento al territorio ma anche di ricerca verso l’innovazione, un tratto distintivo che la rappresenterà fra le aziende più importanti e rappresentative della Puglia.
Sebastiano racconta con orgoglio di come suo nonno avesse il sogno di riuscire a dare al vino pugliese dell’epoca una sorta di peculiarità personale, sfilandolo dal ruolo di vino da taglio e di poco conto per elevarlo almeno a vino da tavola, che fosse rappresentato da un marchio identificativo, per poter essere commercializzato anche in ristoranti, alberghi, enoteche e assurgere a ruolo finalmente di protagonista.
Un desiderio sicuramente molto importante per quell’epoca, che riuscì a diventare realtà negli anni ’50 con la prima annata imbottigliata con una propria etichetta, un rosato da bombino nero delle Murge.
«Una storia italiana di un’azienda italiana»: così definisce Rivera, lui che ora ricopre il ruolo di Direttore Commerciale, definendosi il volto dell’azienda, quello porta avanti tutto ciò che va raccontato e rappresentato in prima persona all’esterno.
Nel suo racconto e nelle vibrazioni della sua voce, riesco a percepire gratitudine e gentilezza nei confronti di chi prima di lui ha contribuito a far nascere Rivera. Il nome, mi spiega, deriva da una antica e nobile famiglia medievale dell’Aquila che possedeva queste terre utilizzate per la transumanza delle pecore che dall’Abruzzo andavano a svernare in Puglia, raccontando la storia con la “S” maiuscola, la storia del sud d’Italia che tanto ha contribuito a forgiare il nostro Paese.
Poi il colpo di genio: con la tenacia di altri tempi dettata da intuizione e duro lavoro, il nonno Sebastiano ha l’intuizione di trasformare questa tenuta iniziando a piantare la vite, creando così qualcosa di totalmente nuovo.
Negli anni ’70 il padre Carlo prende la direzione di Rivera riuscendo a dare una nuova spinta alla produzione andando sempre più incontro ai cambiamenti del mondo vitivinicolo italiano.
Sebastiano entra in azienda negli anni ’90, il fratello Marco lo raggiunge nel 2011 e Rivera diventa una delle più importanti realtà vitivinicole della Puglia e dell’Italia, con una copertura vitata di 75 ettari.
Il racconto va avanti, ma la voce si fa purtroppo più grave e Sebastiano ci tiene anche a parlare di suo fratello Fabrizio, il più piccolo, che aveva scelto di non rimanere in azienda ma di studiare e vivere a Madrid dove lavorava per una importante società finanziaria. Fabrizio, il fratello lontano che purtroppo se n’è andato per sempre nel 2022.
Anche in questo la famiglia de Corato, rappresenta una famiglia, alla quale può accadere anche qualcosa di terribile, dove vissuto, lavoro, gioie e dolori si intersecano scrivendone e segnandone la storia.
Fabri, è il nuovo rosato dell’azienda Rivera, dedicato a Fabrizio per volontà del padre Carlo.
Un rosato profondo, elegante e minerale, che valorizza le componenti aromatiche del Nero di Troia, che matura in anfora e in botti di gres ceramico, acquisendo una complessità di sentori ed una finezza garbata che incanta subito con il suo colore rosa cerasuolo brillante e la sua sapida persistenza.
Ci tenevo fortemente ad assaggiarlo visto il valore umano concentrato in questa bottiglia. Un esperimento innovativo per me complessivamente ben riuscito, una giusta dedica a un fratello e un figlio che ha lasciato troppo prematuramente i suoi cari.
Una voce amicale e brillante, toccata da vibrazioni di umana natura nel raccontare le vicissitudini di una famiglia italiana, una famiglia della vite e del vino diventata azienda importante del presente grazie al suo passato e alla sua storia. E’ stato bello incontrare Sebastiano.
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