Export, sostenibilità e turismo al centro degli Stati Generali del Vino. Timori su un futuro da affrontare uniti nella tutela.
In queste prime settimane dell’anno ci stiamo perdendo in splendidi eventi e manifestazioni del vino che gli rendono omaggio con l’affetto e la passione del grande pubblico ma, sotto la vetrina, c’è un solido strato di dubbi e lavoro per un futuro da salvaguardare.
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Mentre in questi giorni oltre 350 esperti si incontrano a Roma nella conferenza internazionale FAO e MASAF per esplorare il ruolo delle Indicazioni Geografiche (IG) la valorizzazione dei prodotti locali, la sostenibilità e la cooperazione internazionale, sempre nella Capitale si sono tenuti gli Stati generali del vino promosso dalla Rappresentanza del Parlamento europeo in Italia e dalla Commissione europea.
Numerosi interventi e confronti tra rappresentanti di governo, istituzioni Ue, regioni e stakeholders su come promuovere temi quali competitività, export, sostenibilità e turismo del settore vitivinicolo. Sotto, il video di oltre quattro ore che riporta integralmente la giornata di lavoro in Campidoglio nella Sala della Protomoteca.
Ci eravamo soffermati anche nel settembre 2023 su questo momento importante di confronto. In poco più di un anno le tematiche sono già parzialmente cambiate e le preoccupazioni sono cresciute.
C’è tanto da vedere e da capire, ma riportiamo giusto l’opinione di Federvini che ci è parsa fra le più efficaci. Per la Federazione la competitività del settore vitivinicolo europeo è minacciata da un quadro normativo disomogeneo e da approcci ideologici che ne mettono a rischio la crescita. Non è una banalità, lo sappiamo, visto che l’Unione Europea è il principale produttore di vino al mondo (45% delle superfici viticole globali) e l’Italia, con i 49,7 milioni di ettolitri del 2024, è leader mondiale nell’esportazione.
Federvini ha richiamato l’attenzione sulla necessità di prepararsi adeguatamente alla prossima fase di negoziato sulle risorse della nuova PAC e di investire con efficacia tutte le risorse comunitarie destinate all’Italia. La percentuale di spesa dell’Italia resta inferiore alla media europea: un gap che può essere colmato solo con politiche più mirate, una burocrazia più snella e una promozione efficace del vino italiano sui mercati internazionali.
Queste le parole della Presidente del Gruppo Vini di Federvini Albiera Antinori: «Il vino è una risorsa fondamentale per la nostra economia. Per continuare a competere sui mercati mondiali è necessario proteggere il nostro settore da normative frammentate e approcci che penalizzano il nostro patrimonio storico e culturale. Occorre ottimizzare l’impiego dei fondi europei e avviare un piano istituzionale organico per rafforzare la presenza del vino italiano all’estero».
Antinori ha affrontato anche i delicati argomenti consumo moderato, imballaggi e sostenibilità. Nel particolare: «L’assenza di un quadro normativo unico in Europa rischia di frammentare il settore, creando disuguaglianze tra i produttori e ostacolando l’efficacia degli sforzi di sostenibilità. È urgente uno standard unico nazionale, accompagnato da un logo di sostenibilità, che permetta alle aziende di essere identificabili senza rischiare di incorrere in normative disparate».
C’è tanto da vedere e ascoltare, estremamente interessante per capire la strada che il settore ha intrapreso e che percorrerà per i prossimi anni. Tutto ciò, ovviamente, al netto di instabilità politica e dazi vari…
fonte: Ufficio del Parlamento europeo in Italia, Federvini
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