Terre di Toscana 2022: il ritorno all’eno-centrismo genera il tutto esaurito. Vi racconto qualcosina…
Eccitata come una bambina che torna alle giostre, curiosa di vedere se e come il mondo degli eventi del vino post-covid è cambiato, affronto con allegria questa XIV edizione di Terre di Toscana
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Né guerre, né crisi economiche l’hanno fermata e meno male. Centosedici espositori di vino, più una decina di aziende gastronomiche e accessoriali per il mondo dell’enoristorazione, hanno contribuito alla celebrazione della toscanità di eccellenza.
La gente, si sa, ama lamentarsi. Così tanto che quando ne ha davvero motivo non viene quasi più ascoltata, perché la ‘lagna’ diventa comunione di stato d’animo – pratica universalmente approvata nell’ambito di conversazioni altrimenti vuote, stagnanti e ripetitive, oppure troppo profonde e intense per essere tollerate dall’umano medio: chiacchiere sterili di chi parla tanto senza dire nulla.
E poi c’è il Vino. Materia di unione, collante.
Inevitabile visione futura dell’elaborato di un prodotto della natura che necessita anni per nascere, crescere, donare frutti che a loro volta doneranno il “prodotto edonistico” per eccellenza.
Questo spicchio di mondo non ha bisogno di vedere ripartenze (parola ormai abusata) perché la Natura non si è mai fermata e ha continuato inesorabile il suo ciclo.
Eccoci quindi di nuovo qua, consapevoli che le difficoltà non mancano ma felici di poter riproporre – con le stesse modalità di sempre guarnite dalle piccole accortezze (post)pandemiche che fatichiamo a rendere naturali abitudini – visite ai banchi di degustazione, incontri con i produttori e edificanti confronti con chi, dopotutto, parla ancora la nostra stessa lingua.
Citando uno degli organizzatori: ‘Resta la sensazione di aver reso felici tutti”, ed è proprio stato così. Grazie.
E’ stato un sold out per questa XIV edizione di Terre di Toscana, l’organizzazione ha dichiarato 1300 ingressi (contingentati) all’Una Versilia Lido fra winelovers, buyers internazionali e numerosi operatori del settore e stampa.
Tra meraviglie e aspettative deluse, nuove conoscenze e antiche conferme, vecchie annate elargite con orgoglio e parsimonia, ho goduto appieno di questo assolato primo giorno di primavera condiviso con amici e colleghi.
Brevemente, alcune veloci note di degustazione perché stavolta non si entra nel dettaglio, ma si vuole invogliare e basta (peccato non aver assaggiato tutto, me ne scuso con i lettori):
Cupano – Brunello di Montalcino Riserva DOCG 2015 – colore vivacissimo, profumi intensi e accattivanti predominati da ciliegia e arancia rossa con la loro fragrante freschezza. Eleganza e persistenza, complice un’ottima annata, cesellano un prodotto giovanile e diretto nel rispetto della tradizione. Mi sono innamorata.
Il Colombaio di Santa Chiara – Vernaccia di San Gimignano DOCG 2014 Campo della Pieve – Cru che sprigiona meravigliose e intense energie olfattive confermate all’assaggio da sensazioni agrumate e minerali, sapidità importante, struttura e persistenza di alto livello. Fortunato l’assaggio fatto oggi anziché all’epoca della sua uscita.
Capezzana – Carmignano DOCG 2012 Villa di Capezzana – la morbidezza e l’eleganza di questo fuoriclasse si traducono in un’incredibile freschezza che smentisce l’età.
Istine – Chianti Classico Riserva DOCG 2014 Levigne – blend di tre Cru per questa Riserva che, nonostante l’annata decisamente ostica, premia nel lungo periodo il coraggio di chi ha osato vinificare, arrivando oggi a un assaggio intrigante, dai profumi balsamici, vellutato, con tannini levigati, morbido e elegante.
Personalissime Menzioni Speciali: Fattoi; Mastrojanni; Le Potazzine; Beconcini; Castell’in Villa.
Personalissimo Premio ‘Exotica’: Il Carnasciale – Il Caberlot ‘Trentesimo’ 2018
Personalissimo Premio ‘Simpatia’: Fattoria Varramista (grazie Francesca, che mi hai consolato da un paio di delusioni addolcendomi animo e palato con il tuo sorriso e il tuo Edizione Limitata 2018).
Da l’Acquabuona è già arrivata la riconferma della location per la XV edizione prevista a marzo 2023… non mancheremo.
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