La nostra selezione da vitigni rari e autoctoni nella mostra-mercato della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. Un’edizione 2022 da record.
Il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti si conferma uno degli appuntamenti più attesi, e amati, nel panorama delle fiere ed eventi dedicati al mondo del vino.
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L’undicesima edizione, svoltasi dal 26 al 28 novembre a Piacenza Expo, ha fatto registrare il record sia di espositori (870, circostanza che ha richiesto l’aggiunta di un terzo padiglione), che, soprattutto, di visitatori: ben 24.000.
Un’ondata di affetto ed entusiasmo nettamente percepibile, per la quale la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti ha speso parole di sentita gratitudine: «Quella che si è appena conclusa è stata un’edizione davvero unica. Un ritorno alla normalità che ci ha scaldato il cuore, e che ci rende sempre più orgogliosi del lavoro che stiamo portando avanti, forti della vostra vicinanza e della vostra voglia di scoprire storie, racconti e vini di questi incredibili Vignaioli Indipendenti».
Si consolida, dunque, l’apprezzamento per una manifestazione resa ulteriormente attrattiva da alcuni aspetti organizzativi peculiari. La possibilità di acquistare oltre che degustare, la distribuzione dei produttori casuale, e non suddivisa per regioni (presupposto per un afflusso più equamente distribuito, e per un’esperienza più diversificata), la compresenza di nomi affermati e realtà esponenti di distretti e territori meno noti, ma tutti accomunati dal tratto distintivo di vinificare esclusivamente le proprie uve, e di svolgere in autonomia l’intero processo produttivo (fino all’imbottigliamento e commercializzazione).
Soprattutto, è stato confortante constatare come, nonostante l’incremento costante di presenze (da ambo le parti), non sia ancora stata intaccata la dimensione umana e relazionale della manifestazione; è ancora possibile intrattenere conversazioni rilassate e proficue con i produttori, grati di poter illustrare la propria filosofia, e di fornire spunti di conoscenza e riflessione su vitigni, vini e territori spesso difficilmente esplorabili al di fuori dei confini regionali.
E’ altresì tangibile un’atmosfera spensierata e amichevole fra i vignaioli, improntata alla massima collaborazione, più che mai necessaria in una fase contraddistinta da sfide e incertezze.
Appuntamento fisso della manifestazione è la consegna del premio al vignaiolo dell’anno, intitolato a Leonildo Pieropan, e attribuito quest’anno al fondatore e primo presidente di FIVI, Costantino Charrère, titolare della cantina valdostana Les Crêtes. Ai vini di questa affermata realtà è stata dedicata una delle masterclass che puntualmente arricchiscono il programma, e che ha visto la partecipazione del primo Master of Wine italiano Gabriele Gorelli.
Di seguito, una selezione di assaggi decisamente interessanti, e talora sorprendenti, incentrata su vini da vitigni autoctoni e rari, o sporadicamente vinificati in purezza. Una scelta che intende porre l’accento sull’indiscusso primato del nostro Paese in termini di ampiezza e varietà del patrimonio ampelografico, nonché incentivare alla scoperta diretta di prodotti e territori meno battuti
La selezione
Valle d’Aosta DOC Torrette Superiore – La Source (Aosta)
Nella denominazione Torrette gioca la parte del leone il vitigno a bacca rossa petit rouge, il più diffuso in una regione che vanta un patrimonio ampelografico in gran parte autoctono. La fragrante componente fruttata (ciliegia, lampone, prugna), spicca con decisione in ogni fase: il sorso è succoso e morbido, ben ravvivato dall’acidità, con un tannino fine e discreto. Una spalla efficace per una cucina non avara di struttura e sapore come quella valdostana.
Colline Novaresi Uva Rara DOC – Az vitivinicola Barbaglia (Novara)
Vitigno a bacca rossa con diffusione circoscritta ad Alto Piemonte, Colli Tortonesi ed Oltrepò Pavese, l’uva rara viene quasi sempre impiegata in piccole percentuali a supporto di Nebbiolo, Barbera e Croatina. Le insolite vinificazioni in purezza regalano un prodotto di confortevole semplicità, dai generosi e assai piacevoli profumi floreali e fruttati, e dal sorso delicato e morbido. Vino spontaneamente associabile ad una spensierata merenda a base di pane e salumi.
Verdiso Frizzante – Rive Col de Fer (Pordenone)
Rive Col de Fer è l’unico produttore a vinificare in purezza il verdiso, vitigno a bacca bianca conosciuto già ai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia, oggi ammesso in piccole percentuali nei disciplinari delle DOCG e DOC che riguardano il Prosecco. Al naso una fresca esplosione di fiori e frutti bianchi, e menta piperita, sorso fresco e sapido, leggerezza godibile. Un’interessante alternativa per l’aperitivo, magari ad accompagnare appetizer quali polpettine di baccalà.
Colline del Genovesato Bianchetta Genovese IGT “Ninte de Ninte” – La Ricolla (Genova)
L’immagine comune di vino leggero, tipico delle osterie di Genova e del Golfo del Tigullio, viene sovvertita da questa espressione, arricchita da brevi macerazione e affinamento in anfora. Scorza d’agrume, erbe aromatiche e note salmastre rimembrano la vicinanza del mare, richiamata altresì da una fluida salinità che si insinua su un corpo non trascurabile. Vino bianco che può abbinarsi a carni bianche (in primis, il coniglio alla ligure).
Riviera Ligure di Ponente Moscatello di Taggia Passito DOC “Lucraetio” – Az agricola Mammoliti (Imperia)
Una vera e propria nicchia produttiva, recuperata con fatica e tenacia, per questa varietà di moscato Bianco un tempo assai apprezzata da nobili, ecclesiastici, e persino pontefici. La versione da uve appassite sorprende per l’equilibrio fra dolcezza e freschezza, morbidezza e dinamicità: confettura di frutto giallo e miele si alternano ad agrumi, fiori bianchi ed erbe aromatiche, e il sorso riesce persino a regalare una chiusura saporita e leggermente amaricante, che ricorda le olive taggiasche.
Toscana Fogliatonda IGT “Agellus” e Toscana IGT “Pugnitello del Viaggione” – Poggio al Gello (Grosseto)
Vitigni a bacca rossa toscani antichi e ritrovati, con superfici vitate in costante espansione, fogliatonda e pugnitello rivelano una decisa personalità. Profumi incisivi e articolati, dai frutti scuri maturi alle spezie, con incursioni di sottobosco; al palato sono strutturati e robusti, acidità e tannini fitti e marcati lasciano presagire prospettive di proficuo invecchiamento. Richiamano senza timore le carni rosse.
Vittoria Frappato DOC – Tenuta Valle delle Ferle (Catania)
Una riuscita esibizione da solista per questo vitigno a bacca rossa, che riveste molto più spesso il ruolo di comprimario del nero d’Avola. La Sicilia si materializza in note di arancia rossa e finocchietto selvatico, arricchite da liquirizia e rabarbaro; al palato riesce a coniugare corpo e scorrevolezza, con tannini levigati e una bella salinità. Vino rosso di grande eleganza, passibile di felice abbinamento con secondi piatti e brodetti di pesce.
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