Sarà meglio della 2023 ma la 2024 italiana resta un’annata strana. Quasi terminata la vendemmia: riscontro con la relazione vendemmiale e le previsioni per regione.
Ormai le uve sono già “al sicuro” nelle cantine di oltre il 90% delle aree vitivinicole italiane e, nonostante sia ancora quasi tutto in divenire, si respira un’aria sufficientemente tranquilla.
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Sarà che in buona parte d’Italia la qualità delle uve è comunque soddisfacente, sarà che per arrivare alla vendemmia si sono “sudate” le famose sette camicie – ma forse anche di più… -, c’è quella consapevolezza come a dire: «ormai è fatta e come va va» dopo una stagione nuovamente complicata, non come la 2023 ma comunque… strana.
Un’annata che ha visto le vigne sorprendere anche all’interno della stessa azienda, che al nord ha ostacolato con piogge e umidità mentre al sud con il caldo e poca (pochissima) acqua.
Mettere le uve nei locali è stato dunque e innanzitutto un sospiro di sollievo per tutti e lo è stato più del solito perché con questo andamento stagionale (altalenante, imprevisto, fino al bizzarro) si vive sempre con l’incertezza fra alcune certezze. E, quest’anno, in buona parte d’Italia, le certezze di vignaioli, agronomi e enologi erano quantomeno queste: 1) produzione non eccessiva 2) qualità tutto sommato buona, in alcuni casi eccellente 3) se scarica una grandinata o 3-4 giorni di pioggia violenta c’è il rischio di perdere anche quel buono che stiamo preparandoci a vendemmiare.
Un’annata, lo ripetiamo, strana anche fra gli appezzamenti degli stessi proprietari con vitigni che hanno sopreso nel bene e nel meno bene secondo la logica dell’influenza con cui il microclima può condizionare la viticoltura anche in maniera inaspettata.
Detto ciò, andiamo a rivedere cosa Assoenologi, UIV e Ismea hanno riportato qualche giorno fa nella consueta Relazione vendemmiale 2024 che sarà definitivamente verificata a novembre, una volta che l’uva sarà raccolta in tutto il Paese. Sotto vi riportiamo il dettaglio regione per regione (raggruppato fra Nord, Centro e Sud).
A introduzione, una sintesi generale della stima nazionale, ottenuta grazie alle metodologia delle tre associazioni con il contributo dell’Ufficio competente MASAF e delle regioni anche se la specificità e la variabilità territoriale dell’andamento climatico rendono ormai molto complesso il lavoro.
Non solo auspicabile ma anche prevedibile la risalità dei numeri a volume. Una prevista crescita globale del 7% sul 2023 che però, con 41 milioni di ettolitri, rimane ben sotto alla quantità vista nell’ultimo lustro.
Rimane una previsione (comunque non troppo distante dal risultato finale), il cui esito si può sintetizzare con una sostanziale tenuta delle produzioni nel Nord accompagnata da una ripresa importante nel Centro e da un incremento contenuto nel Mezzogiorno.
La stagione è stata caratterizzata da piogge eccessive nel Centro-Nord soprattutto nel periodo primaverile che, se da un lato hanno ricostituito le risorse idriche, dall’altro hanno creato apprensione per la gestione delle fitopatie. Al Centro Sud, invece, gli sporadici violenti temporali di agosto non hanno compensato la carenza idrica sofferta ormai da mesi, inducendo i viticoltori ad anticipare le operazioni di vendemmia che quest’anno si prospetta molto lunga.
Nel Nord-Ovest si assiste alla buona ripresa del Piemonte al quale si affianca la decisa riduzione dei volumi della Lombardia e della Val d’Aosta e un lieve arretramento della Liguria. Più variegata la situazione nel Nord-Est dove alla crescita moderata dell’Emilia-Romagna si somma la flessione del Trentino-Alto Adige e la stabilità di Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
Più omogenea la situazione al Centro caratterizzata da recuperi a doppia cifra rispetto alla scarsa produzione 2023. Al Sud, invece, si hanno incrementi significativi soprattutto in Abruzzo e Molise, seguiti da Basilicata e Campania, mentre la crescita di Puglia e Calabria è più contenuta in termini percentuali. Con il segno meno, invece, Sicilia e Sardegna dove è la siccità a dettare ormai le regole.
Questo per quanto concerne il volume, regioni come Abruzzo e Molise (disastrate lo scorso anno) dovrebbero tornare quasi su livelli standard, così come pare ottima la ripresa di Basilicata, Campania, Lazio, Umbria e Toscana. Per quanto invece riguarda la qualità: quest’anno, per la prima volta, non compaiono i giudizi (medio, buono, ottimo, eccellente) che il report assegnava preventivamente al raccolto di ogni regione. Sarà un caso? Noi, a scanso di equivoci, lo trovavamo comunque un po’ fuorviante.
Scendiamo nel dettaglio.
Vendemmia 2024: previsione volumi e qualità. Dettaglio per regione
NORD
Valle d’Aosta
La campagna viticola del 2024 è stata segnata da un’elevata piovosità, iniziata a fine febbraio e proseguita fino ai primi di luglio, accompagnata da temperature più basse della media. Questo clima anomalo ha causato ritardi nelle fasi di sviluppo della vite, dalla fioritura fino all’invaiatura, con un ritardo stimato di 7-8 giorni rispetto all’anno precedente. La combinazione di piogge persistenti e basse temperature durante la fioritura ha portato a una riduzione della produzione a causa di problemi di colatura e acinellatura nei grappoli più giovani.
Lo stato sanitario dei vigneti è risultato compromesso, in alcune aree anche in modo significativo, a causa dell’alta incidenza di malattie fungine, come la Peronospora nella prima fase e l’Oidio successivamente. Si stima un calo produttivo rispetto al 2023, con variazioni a seconda delle zone e dei vitigni. La vendemmia è iniziata con un ritardo di 8-10 giorni rispetto all’anno scorso.
Piemonte
La campagna viticola 2024 è stata caratterizzata da condizioni climatiche complesse. Tutte le zone viticole hanno affrontato una stagione piovosa e fresca, che ha influenzato le fasi fenologiche della vite, con ritardi nella maturazione e una maggiore incidenza di malattie fungine, in particolare la Peronospora e, successivamente, l’Oidio.
Nell’Alto Piemonte, la stagione è stata segnata da una fase piovosa intensa da marzo a giugno, con danni da gelo ad aprile e problemi di allegagione a causa delle piogge di giugno. Le varietà Erbaluce, Barbera, Nebbiolo e Croatina hanno avuto un ritardo di maturazione e la raccolta è partita con l’Erbaluce nella prima decade di settembre per poi arrivare a ottobre con il Nebbiolo.
Nella parte meridionale della regione, l’annata era iniziata con un germogliamento precoce dato dalle temperature miti invernali, ma, nelle zone di Barolo, Asti e Alta Langa soprattutto, un abbassamento termico a fine aprile ha interessato la fioritura, limitando l’allegagione. Inoltre, dopo due anni di scarse precipitazioni, il 2024 ha visto un ritorno delle piogge, con oltre 800 mm nei primi sette mesi.
Questo ha favorito la rigenerazione dei vigneti, ma ha anche creato condizioni ideali per la diffusione di patogeni, con Peronospora e Oidio che hanno colpito duramente, soprattutto la varietà Barbera nel Monferrato. Particolarmente colpite sono state le aziende biologiche, con perdite stimate significative. La produzione finale è fortemente influenzata dalla capacità delle aziende di gestire la difesa delle colture, con grandi differenze previste tra diverse aree e varietà.
Lombardia
L’annata, che si presentava inizialmente buona, è stata condizionata da eventi climatici avversi e da attacchi di Peronospora che ne hanno condizionato il risultato finale. Rispetto al 2023, c’è stato un ritardo nella maturazione delle uve di circa una settimana.
Il clima freddo e piovoso fino a metà luglio ha favorito un aumento degli attacchi di Peronospora, soprattutto nei vigneti biologici di Franciacorta e sulla Croatina in Oltrepò Pavese.
In Lombardia, le previsioni per la vendemmia variano leggermente a seconda della zona interessata: in Franciacorta la raccolta è iniziata con un leggero ritardo e, a causa dei danni da Peronospora, si prevede un calo nella produzione. Nell’Oltrepò Pavese, la vendemmia delle basi spumante è iniziata a metà agosto con uve sane, ma le precipitazioni hanno causato un aumento della Peronospora e alcune grandinate locali hanno contribuito a una diminuzione della produzione.
Nel Garda, nonostante i problemi legati alla piovosità e alla Peronospora, la produzione è prevista in netto aumento rispetto al 2023, avvicinandosi alle medie storiche. In Valtellina, la Peronospora ha colpito in modo disomogeneo, ma nei vigneti dove è stata controllata, si prevede una vendemmia di buona qualità e quantità.
Trentino Alto Adige
L’inverno più caldo del solito ha fatto anticipare la crescita delle viti di 10 giorni, mettendo a rischio i vigneti di fondovalle per le gelate tardive di aprile, dove si è riusciti a limitare i danni anche grazie alla forma di allevamento a pergola. Le piogge intense durante la fioritura tra maggio e giugno hanno causato fenomeni di filatura e acinellatura, oltre ad aumentare il rischio di malattie come la Peronospora e l’Oidio, che hanno causato danni soprattutto alla produzione biologica.
Nei primi sei mesi del 2024 si è battuto il record di precipitazioni, su un intero anno, che resisteva dal 1926. Questo ha comportato un’alta attenzione nella gestione della campagna per contrastare il diffondersi di queste malattie, e il rischio di perdite produttive eccessive.
Da luglio invece le temperature sono aumentate, e l’uva ha ripreso a maturare, tornando in una situazione di equilibrio. In alcune zone, dove si sono registrati dei picchi di temperatura, l’attività fotosintetica è risultata però rallentata, portando a perdita di acidità delle uve. A fine luglio è cominciata poi l’invaiatura.
La vendemmia è iniziata nell’ultima decade di agosto, partendo dai vigneti di Chardonnay a bassa quota, per poi proseguire alle vigne più alte, di Chardonnay e Pinot Nero per le basi spumanti, e alle restanti uve bianche, internazionali ed autoctone come Muller Thurgau e Traminer, per poi concludersi con le uve destinate alla produzione dei vini rossi tipici del territorio.
Sicuramente, a causa delle basse temperature in primavera e delle abbondanti piogge in tutto il territorio regionale, si registra una riduzione nei quantitativi prodotti soprattutto per quanto riguarda la produzione dei vini bianchi. Di contro, in tema di qualità, le basi spumante raccolte confermano la sanità e la qualità dei grappoli che, con il mantenimento di queste condizioni meteo, si prospettano di trovare anche nel resto delle uve che verranno raccolte.
Veneto
L’annata vitivinicola 2024 in Veneto è stata caratterizzata da condizioni climatiche piuttosto complesse, che hanno messo alla prova i viticoltori di tutta la regione. La primavera, una delle più piovose degli ultimi trent’anni, ha portato abbondanti precipitazioni e temperature non particolarmente miti, rallentando le prime fasi di crescita delle viti. Questo ha richiesto un’attenzione particolare nella gestione delle principali patologie, soprattutto la Peronospora, che è emersa come una delle sfide principali.
Nonostante un germogliamento anticipato dovuto alle elevate temperature di fine marzo, la situazione climatica è stata complicata da un brusco calo termico e da due gelate significative in aprile, che hanno colpito in particolare le zone di pianura. Le abbondanti piogge primaverili hanno ulteriormente complicato la situazione, contribuendo a un ritardo vegetativo.
Tuttavia, con l’arrivo di giugno, le condizioni climatiche si sono stabilizzate, permettendo alle viti di recuperare parte del ritardo accumulato. Nonostante queste sfide, i viticoltori sono riusciti a mantenere una buona sanità delle uve. La Peronospora è stata presente in alcuni vigneti, ma i danni alle uve sono rimasti limitati, concentrandosi principalmente sulle foglie. L’estate ha visto un miglioramento delle condizioni, con un agosto asciutto che ha favorito la gradazione, la struttura e il colore delle uve rosse.
La vendemmia è cominciata a nell’ultima settimana di agosto con le varietà precoci come Pinot Grigio e Pinot Nero. A seguire, nella prima decade di settembre sono state staccate le varietà a bacca bianca, tra cui Chardonnay, Tai, Manzoni Bianco e Glera, mentre le varietà a bacca nera, come Merlot, Cabernet e Refosco, hanno seguito nella seconda decade del mese. In generale, la qualità delle uve sembra promettente, specialmente per i vini bianchi, grazie alle condizioni climatiche che hanno favorito lo sviluppo delle basi spumante.
In sintesi, l’annata 2024 in Veneto si prospetta positiva nonostante le sfide iniziali, con una qualità delle uve generalmente buona e una raccolta in linea con la media storica. Tuttavia, alcune zone, in particolare quelle pianeggianti, hanno subito perdite significative di produzione, specialmente per le aziende che praticano agricoltura biologica, spingendone alcune a rinunciare alla certificazione biologica e a tornare alla difesa convenzionale.
Friuli Venezia Giulia
La prima parte della stagione 2024 è stata segnata da temperature fredde, che hanno provocato un anticipo del germogliamento. Successivamente, i mesi di maggio e giugno sono stati caratterizzati da abbondanti piogge, che hanno prolungato la fase di fioritura.
A partire da luglio, le temperature sono aumentate e le precipitazioni sono diminuite, rallentando lo sviluppo fenologico e allungando la fase di invaiatura. Inoltre, due eventi grandinigeni nei mesi di luglio e agosto hanno danneggiato la produzione in alcune delle zone più vocate. Questo ha ridimensionato le aspettative che fino a quel momento erano sicuramente più ottimistiche.
Nonostante l’anticipo del germogliamento, il prolungato periodo di piogge ha causato una perdita dell’anticipo iniziale, con la fioritura che è iniziata alla fine di maggio e si è completata lentamente. L’invaiatura è iniziata nei vigneti più precoci attorno all’ultima decade di luglio, ma le condizioni instabili hanno causato una dilatazione della fase di invaiatura. Le osservazioni in campo mostrano una produzione di grappoli medi per germoglio inferiore alla media. La pressione infettiva elevata delle principali fitopatie suggerisce una produzione complessivamente inferiore rispetto a una annata standard.
La qualità delle uve è stata influenzata da un inizio stagione piovoso e freddo, dai resti della grandinata dell’anno precedente e da una forte pressione di Peronospora nei primi mesi. Il Pinot Grigio, varietà di riferimento, mantiene una qualità medio-ottima nella maggior parte delle zone DOC. Tuttavia, le rese uva/vino sono previste leggermente inferiori alla media, principalmente a causa di un apporto idrico insufficiente nell’ultima fase della stagione.
La vendemmia del Pinot Grigio, tradizionalmente concentrata in 10-15 giorni, è iniziata nelle zone più precoci negli ultimi giorni di agosto.
Emilia Romagna
La stagione viticola 2024 in Emilia-Romagna ha avuto un inizio piuttosto insolito, caratterizzato da un inverno particolarmente caldo, il più caldo dal 1961. Questo ha portato a un anticipo del germogliamento delle viti, favorito anche da un buon livello di umidità nel suolo grazie alle piogge abbondanti di marzo e aprile.
Tuttavia, un improvviso calo delle temperature a fine aprile ha rallentato la crescita delle piante, creando delle anomalie nella maturazione, con alcuni vitigni che hanno mostrato comportamenti inaspettati, come diversi Sangiovese che hanno iniziato il viraggio del colore prima del Merlot, o del Sauvignon che ha iniziato la maturazione degli acini prima dello Chardonnay.
Quando le temperature sono risalite bruscamente, la vegetazione è esplosa, causando problemi di allegagione in alcune varietà e richiedendo interventi intensivi per mantenere le viti sotto controllo. Nonostante alcune grandinate e difficoltà locali, la stagione è proseguita senza gravi problemi di stress idrico, tranne in alcune aree. Dal punto di vista sanitario, la Peronospora è stata generalmente sotto controllo (a parte alcune realtà a conduzione biologica), mentre l’Oidio ha dato del filo da torcere, specialmente nelle zone collinari.
Le piogge e il caldo hanno favorito l’insorgenza del Mal dell’esca, soprattutto nella forma del colpo apoplettico, mentre la Flavescenza dorata è rimasta sotto controllo. Grazie a un’escursione termica favorevole e a una buona idratazione, la maturazione delle uve è iniziata con anticipo, somigliando all’annata 2022. Le prime vendemmie dei vitigni precoci, come Pinot Grigio e Chardonnay, hanno avuto inizio già ad inizio agosto, con uve in ottime condizioni sanitarie. Si prevede una produzione leggermente superiore rispetto al 2023, ma da segnalare è la forte perturbazione temporalesca che si è abbattuta alla metà del mese di settembre, la quale ha generato particolare apprensione in Romagna dove la vendemmia è stata sospesa per una settimana, per questo la previsione non può essere che di tipo indicativo e prudenziale.
Liguria
La stagione è iniziata con qualche incertezza, dovuta a una primavera fredda e piovosa, seguita da caldo e umidità che hanno reso umido il terreno. Grazie al microclima favorevole il giusto equilibrio tra mare e montagna e la costante ventilazione tipica di questo territorio, a luglio i vigneti erano sani e rigogliosi. Con il caldo estivo e le ottime riserve d’acqua dovute alle piogge dei mesi a cavallo tra primavera ed estate, le uve stanno maturando nel modo migliore, con un ottimo equilibrio tra quantità e qualità.
In alcune zone, a causa delle alte temperature e dell’umidità, ci si è dovuti confrontare con la Peronospora, tenuta comunque sotto controllo.
A variare è il periodo di vendemmia, dove le uve per i vini bianchi come il Vermentino e il Pigato sono state raccolte ai primi giorni di settembre, in ritardo rispetto alla media degli ultimi anni in quanto il clima ha influito ritardandone la maturazione. Caso opposto invece per le uve a bacca rossa, dove si prospetta una raccolta anticipata di una decina di giorni rispetto agli ultimi anni, potendo vendemmiare negli ultimi giorni di settembre, soprattutto nella zona del Pornassio e del Rossese.
CENTRO
Toscana
Dopo un autunno molto piovoso, la stagione viticola è iniziata ad aprile, con un germogliamento in linea con l’anno precedente, lievemente anticipato in alcune zone. Le temperature primaverili miti hanno evitato il rischio di gelate, permettendo una crescita rapida delle piante e anticipando le fasi fenologiche della vite, evidenziando una buona fertilità.
I mesi di maggio e giugno sono stati segnati da frequenti piogge, che hanno reso necessari numerosi interventi per proteggere le colture dalle malattie fungine, con un’attenzione particolare alla Peronospora, che però non ha avuto un impatto significativo. Le piogge hanno anche aiutato a creare riserve idriche, ma hanno occasionalmente causato problemi all’allegagione di alcune varietà sensibili ai fenomeni di acinellatura.
Dalla seconda settimana di luglio, il clima è cambiato drasticamente, con un periodo di caldo intenso e assenza di piogge, che ha accelerato la crescita dei grappoli e l’inizio dei processi di agostamento e invaiatura. La maturazione dei grappoli è stata lenta e graduale durante tutto agosto.
Si sono osservati alcuni attacchi di mal dell’esca e danni da insetti come la Tignola e Tignoletta, contenuti comunque grazie alle alte temperature. Nella seconda metà di agosto, puntuali ormai da alcuni anni, si sono iniziati a riscontrare dei danni da ungulati.
Si prospetta dunque una vendemmia anticipata di buona qualità e quantità. Le prime vendemmie delle varietà bianche precoci sono iniziate già nella seconda metà di agosto, mentre le varietà rosse come Pinot Nero, Merlot e Syrah sono state raccolte ad inizio settembre. Dalla seconda metà di settembre si è iniziato a vendemmiare anche il Sangiovese.
Umbria
Situazione analoghe alle restanti regioni del Centro Italia, in Umbria l’inverno ha registrato temperature sopra la media stagionale. Questo ha portato a un germogliamento anticipato durante la primavera. A marzo e aprile le piogge hanno favorito le riserve idriche nel sottosuolo, se non che nella seconda metà del mese c’è stato un brusco calo delle temperature, che ha rallentato lo sviluppo delle viti.
Ciò ha comportato delle anomalie fenologiche, con alcune varietà di vite che hanno mostrato comportamenti diversi dal solito durante l’invaiatura. A maggio, un repentino aumento delle temperature, accompagnato da piogge, ha stimolato una crescita rigogliosa delle piante, ma ha anche causato problemi di allegagione in alcune varietà più vigorose. Fortunatamente, la stagione è proseguita senza stress idrico fino a metà luglio, sebbene alcune zone dell’Umbria siano state colpite da grandinate.
Per quanto riguarda la salute delle viti, non si sono registrati attacchi significativi di Peronospora, sebbene l’Oidio abbia causato problemi soprattutto nelle aree collinari. Le piogge e il caldo hanno portato anche a manifestazioni di malattie come il mal dell’esca, ma la situazione generale è stata gestita con attenzione dai viticoltori umbri.
Nonostante queste sfide climatiche, la qualità e la quantità dell’uva sembra promettente, con una maturazione anticipata di circa 10 giorni rispetto agli anni precedenti.
Marche
La primavera 2024 è stata molto calda, anche considerando che a maggio si è registrato un ritorno di freddo. Le piogge sono state sotto la media, nel periodo primaverile e di inizio estate. Luglio è stato particolarmente caldo e secco, con appena 15 mm di pioggia. Questo clima ha rallentato il ciclo vegetativo della vite, portando a ritardi nella fioritura e nell’invaiatura, e un generale anticipo della maturazione rispetto alla media degli anni scorsi.
Non ci sono state grandi variazioni nelle date di germogliamento e fioritura per la maggior parte delle varietà, ma per quelle più tardive, come Passerina e Montepulciano, si è notato un ritardo a causa di un ritorno di freddo in aprile. In generale, l’invaiatura è arrivata con un anticipo di circa 7-10 giorni, fatta eccezione per varietà tardive, dove lo stress idrico ha causato ritardi nella maturazione degli acini. Per le varietà precoci la raccolta è iniziata alla fine di agosto.
Durante la stagione non ci sono state grosse problematiche da malattie fungine. La mancanza di piogge ha ridotto la dimensione degli acini, tranne che nella provincia di Ancona, dove le piogge hanno giovato. In alcune aree più siccitose si sono verificati danni da sole sui grappoli, soprattutto sulle varietà a bacca nera come il Sangiovese.
La raccolta delle varietà precoci per le basi spumante, come Chardonnay e Pinot Nero, è iniziata già nella prima settimana di agosto. A Ferragosto sono cominciate le prime raccolte di Pecorino e Incrocio Bruni 54. Le rese sono inferiori rispetto al 2022, non considerando la pessima annata del 2023, con minori rese uva/mosto a causa dello stress idrico. Con un anticipo medio di 10 giorni sono partite poi le vendemmie del Verdicchio, del Bianchello del Metauro e del Sangiovese dei colli Pesaresi, a causa della scarsità di piogge estiva.
Lazio
Ad un inverno non particolarmente freddo, ha fatto seguito una primavera con un clima sostanzialmente mite favorendo un’iniziale ripresa vegetativa leggermente anticipata. Questo ha permesso un andamento corretto delle varie fasi fenologiche, favorito anche da una buona riserva idrica nel sottosuolo formatasi grazie alle abbondanti piogge primaverili.
Dal punto di vista produttivo, l’andamento climatico e la maggior attenzione dei viticoltori ai patogeni hanno permesso il tornare a una situazione nella media degli ultimi anni.
La condizione fitosanitaria che si presenta, come anche lo stato vegetativo delle piante, è infatti molto promettente, anche se le elevate temperature di luglio e agosto, combinate con la scarsa escursione termica tra giorno e notte, hanno fatto registrare situazioni da stress idrico nelle piante, soprattutto in quelle aree con terreni più permeabili e questo ha avuto qualche ripercussione nella maturazione fenolica.
Nella seconda metà di agosto si è iniziato a vendemmiare le uve per le basi spumanti e i primi mosti hanno evidenziato una qualità ottimale.
Abruzzo
Dal punto di vista climatico, dopo un inverno particolarmente mite, con precipitazioni alquanto al di sotto della media, le piogge registrate nel mese di aprile hanno indotto un rallentamento dello sviluppo vegetativo, che era iniziato a marzo.
Successivamente, diverse giornate ventose hanno ricreato un ambiente asciutto e il rapido ritorno delle alte temperature ha favorito la ripartenza della vegetazione. Da inizio giugno a fine luglio sono state rilevate temperature sopra la media, oltre all’assenza di piogge significative. Come risultato di queste condizioni climatiche e pedoclimatiche, la maturazione delle uve risulta anticipata di 10-15 giorni.
La vendemmia qui è iniziata alla prima settimana di agosto, a causa di quello che quest’anno risulta essere il problema principale delle regioni del Centro-Sud, la siccità. A differenza dell’anno passato però, grazie a queste condizioni climatiche, non si registrano danni da Peronospora i cui influssi negativi si sono comunque risentiti anche quest’anno fin dalle prime fasi della ripresa vegetativa, con un basso contenuto di grappoli fiorali.
Le previsioni indicano comunque un recupero importante rispetto allo scorso anno, pur restando ben al di sotto della media, con uve che sono arrivate in cantina sane e di buona qualità.
Molise
Situazione analoga a quella dell’Abruzzo. Ad una primavera e un inizio di estate particolarmente asciutte, la vite, dal punto di vista fisiologico, è riuscita ad adattarsi ai periodi di scarsità idrica. Il ritmo di accrescimento nelle varie fasi fenologiche è stato modulato nell’intensità e nella tempistica soprattutto a seconda delle condizioni meteo. Si è registrato un anticipo medio di 7 giorni, dal germogliamento alla maturazione dell’uva, senza comprometterne l’equilibrio.
Dal punto di vista fitoiatrico, grazie a queste condizioni climatiche, e anche all’attenzione dei viticoltori, memori dall’anno precedente, non si sono registrati problemi da malattie fungine; i vigneti si presentano sani, e le uve che arrivano in cantina fanno ben sperare per la qualità del prodotto finale.
La raccolta è iniziata nella parte bassa del Molise, partendo a metà agosto con Chardonnay e Pinot Bianco. La qualità si sta rivelando ottima con volumi sicuramente superiori a quelli dello scorso anno anche se non c’è il ritorno ai livelli medi.
SUD E ISOLE
Campania
L’inverno è stato mite e poco piovoso, con brevi episodi di aria fredda alternati a lunghe fasi di correnti anticicloniche africane. La primavera ha mantenuto temperature elevate e scarse precipitazioni, con piogge di fine marzo che hanno parzialmente compensato l’inverno asciutto. Alcuni episodi di grandine hanno interessato localmente il Sannio, senza causare danni significativi alle viti.
Il germogliamento vegetativo è iniziato con circa 15 giorni di anticipo, suggerendo una buona produzione di grappoli. A inizio giugno, le piogge durante la fioritura hanno causato fenomeni di acinellatura e grappoli più spargoli in fase di allegagione. Il clima asciutto e le elevate temperature hanno facilitato la gestione dei terreni e la protezione fitosanitaria contro Peronospora e Oidio.
Ma la mancanza di acqua rimane una preoccupazione, poiché il caldo e la scarsità d’acqua potrebbero indebolire strutturalmente le viti. Tuttavia, lo stato sanitario delle uve è attualmente ottimo, e le recenti precipitazioni potrebbero migliorare le rese e la qualità delle uve.
In generale, si osserva un anticipo medio di circa 15 giorni su tutte le varietà e areali. Le significative escursioni termiche tra giorno e notte sono foriere di una potenziale ottima qualità. Nelle aree del Vesuviano, Cilento e Agro-aversano, è iniziata già nella seconda metà di agosto la raccolta di piccole partite di uva a bacca bianca per le basi spumante.
Puglia
La stagione viticola 2024 è iniziata con qualche differenza tra le due aree, Nord Puglia e Salento, ma in generale le condizioni sono state piuttosto favorevoli.
Nel Nord Puglia, la stagione è partita con circa dieci giorni di anticipo, grazie alle alte temperature e alla siccità persistente. Già dalla prima decade di agosto, sono iniziate le raccolte delle uve bianche come Chardonnay e Moscato, insieme ai vitigni per le basi spumante. Le uve sono in ottimo stato sanitario e, con queste premesse, si prevede una stagione di buona qualità e quantità.
In Salento, la ripresa vegetativa dei vigneti ha beneficiato di un clima generalmente buono fin dal germogliamento. Grazie a condizioni meteorologiche favorevoli, molte zone hanno visto un anticipo di circa dieci giorni rispetto alla stagione passata. L’assenza di precipitazioni iniziali è stata vantaggiosa per la salute delle piante dal punto di vista fitopatologico, e le temperature quasi estive di febbraio, marzo e aprile hanno accelerato la crescita. Alcuni cali di temperatura a maggio hanno rallentato leggermente lo sviluppo. Nonostante ciò, la fioritura e l’accrescimento dei grappoli sono stati regolari.
Basilicata
La stagione viticola in Basilicata ha visto un inverno mite e privo delle tradizionali nevicate, seguito da una primavera asciutta e più calda del normale. Questo, unitamente alla scarsità di piogge, ha causato un anticipo nel germogliamento delle viti di circa dieci giorni.
L’estate, caratterizzata da un clima caldo e secco, ha ulteriormente accelerato la maturazione delle uve. Di conseguenza, le uve per i vini bianchi, primo tra tutti il Moscato, sono state raccolte già nella prima settimana di agosto, con un anticipo di circa venti giorni rispetto alla media. Attualmente, le uve si presentano in ottime condizioni sanitarie e con una qualità eccellente, grazie anche all’assenza di piogge e alla conseguente assenza di patologie per le quali si sono evitati anche interventi in vigna.
Le temperature più fresche di settembre hanno permesso una maturazione perfetta per l’Aglianico del Vulture, riscontrabile in termini di qualità, e per il quale si prospetta la raccolta a partire da fine settembre.
Calabria
Come nel resto del Sud Italia, anche la Calabria ha dovuta fare i conti con una crisi idrica importante. Dopo un inverno mite, che ha portato ad un inizio di primavera precoce, le temperature elevate e le piogge scarse hanno portato ad un’anticipazione della fase del germogliamento e conseguentemente anche nella maturazione delle uve poi.
Ad evitare danni ingenti dovuti alla siccità, ci hanno pensato i produttori con interventi irrigui, ottenendo risultati soddisfacenti. Lato positivo di questa siccità rimane l’assenza di rischio di malattie fungine, il che fa ben sperare per l’ottenimento di un buon livello qualitativo e di salubrità fitosanitaria. Anche in termini quantitativi, si prospetta un ritorno ai volumi prodotti simili a quelli del 2022.
In linea generale, la vendemmia è iniziata attorno all’ultima decade di luglio, con un anticipo di circa due settimane per quanto riguarda i vitigni internazionali, mentre la raccolta dell’autoctono Gaglioppo è avvenuta attorno al 10 di settembre.
Sicilia
Con la riduzione di oltre la metà delle precipitazioni nel periodo autunno-inverno, le riserve idriche nei vigneti sono risultate molto limitate. Carenza che si è andata a sommare a quella degli anni passati. Combinando questo fattore con delle temperature estive elevate già a giugno, si è avuto un’accelerazione di tutte le fasi fenologiche della vite.
Partendo dal germogliamento, ogni fase ha subito un anticipo di circa due settimane rispetto ai tempi consueti, passando da una fioritura avvenuta alla fine di aprile e ad un’invaiatura altrettanto anticipata, che hanno portato alla raccolta anticipata all’ultima decade di luglio.
Le alte temperature però, hanno creato condizioni sfavorevoli allo sviluppo di malattie, con una totale assenza di Oidio, Peronospora e Botrite e, dunque, le uve arrivano in cantina in uno stato eccellente e sano.
Le prime uve ad essere state raccolte sono state lo Chardonnay e il Pinot Grigio, e dai vitigni autoctoni Nero D’Avola e Nerello Mascalese per la produzione di basi spumante.
Con queste premesse, se la qualità risulta ottimale, a risentirne è stata la sola resa, con prospettive quantitative drasticamente ridotte rispetto alla media ma anche rispetto al già scarso 2023.
Sardegna
L’annata 2024 si caratterizza per un inverno mite e poco piovoso con temperature al di sopra della media, condizioni che si sono protratte anche nella primavera, portando ad un anticipo delle fasi fenologiche ed escludendo i fenomeni delle gelate avuti gli scorsi anni.
I mesi di maggio e giugno sono stati caratterizzati anch’essi da precipitazioni e temperature abbastanza miti, condizioni che hanno evitato lo sviluppo delle crittogame, e le perdite avute lo scorso anno a causa della Peronospora e Oidio. La mancanza di precipitazioni ha per contro creato problemi nello sviluppo vegetativo delle piante, sofferenti a causa della siccità, soprattutto nel sud dell’isola nei vigneti non provvisti di sistemi di irrigazione. Le alte temperature del mese di luglio hanno confermato l’anticipo dell’invaiatura e a seguire della maturazione influendo di circa 7/10 giorni sulla data della raccolta rispetto allo scorso anno.
La raccolta è iniziata a fine luglio con le varietà per la produzione di basi spumante, ed è proseguita con il Vermentino nella prima decade di agosto. A metà agosto, qualche pioggia e un abbassamento delle temperature hanno dato un po’ di sollievo alle piante, che hanno proseguito più agevolmente la maturazione delle uve, ma al sud vi sono state alcune perdite di produzione importanti in particolari in alcuni areali del Campidano di Cagliari e del Sulcis.
La qualità delle uve è ottima in generale. Vermentino, Moscato e altri vitigni stanno dando risultati ottimi, soprattutto in zone come Alghero, Gallura e Sulcis. Nel Nuorese e in Ogliastra, il clima favorevole ha permesso una buona produzione, specialmente per il Cannonau. La quantità è in calo, quindi, ma con una qualità che si prospetta eccellente su tutte le tipologie di vini.
Qui la Relazione vendemmiale 2023 completa.
fonte: Assoenologi, Ismea
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