La nostra Anteprima Nobile 2024

Storia e sostenibilità: il futuro delle sfide e il presente della qualità diffusa. La nostra selezione “Super-24” dei nuovi Vino Nobile di Montepulciano


E’ l’alba di un’altra giornata che promette sole e mi metto in viaggio, presto e carico, verso una Montepulciano che oggi riserva la sua Fortezza medicea alla stampa di settore.


[si legge, più o meno, in: 8 minuti]

La settimana delle Anteprime di Toscana 2024 non sarebbe stata più neppure una vera e propria settimana se la non si fosse “stiracchiata” in esordio grazie proprio al Vino Nobile. Qui a Montepulciano si è deciso di aprirsi al pubblico per 3 giorni, dal 10 al 12 febbraio, e poi dedicarsi per un giorno intero (il 17/2) alla stampa internazionale, incastrati fra la Chianti Classico Collection e la domenica di Chianti/Morellino entrambe a Firenze.

Di cosa sia stata realmente questa “settimana mozza” delle Anteprime (da qualche anno ormai senza Brunello e, da questo, orfana pure della Vernaccia) magari ne tratteremo a parte – o forse meglio di no, vedremo… -, è sicuro che Montepulciano si è ritrovata, volente o nolente, stretta e compressa (e con lei anche i giornalisti) fra due appuntamenti fiorentini e non è cosa buona se pensiamo ai trasferimenti obbligati – in Toscana si dice: «anda e rianda…» -.

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foto: PB ©

Conscio di ciò, viaggio comunque, sereno lo cielo e serena la mente, verso uno dei luoghi del vino che mi stimolano particolarmente per una serie di motivi – non li ripeterò, se avete voglia e malato masochismo andate a ripescarvi qualche mio vecchio contributo -.

A proposito di Montepulciano…

Montepulciano è storia – «e fin qui…» direbbe un mio caro amico – ma Montepulciano è anche passione, è polemica, è forza di volontà, è divisione, è qualità, è moderna medievalità… e ci sarebbe altro ancora ma ciò può bastare per affermare che Montepulciano è Toscana vera, verace, cruda e genuina… capite perché uno come me ci viene volentieri? Capite perché il poter aggiungere di legge la menzione “Toscana” in etichetta non rappresenta per il Consorzio solo una tutela del marchio “Vino Nobile” ma significa prima di tutto l’affermazione pubblica di origine e originalità?

Viaggio con Emiliano, oggi panel a 2, c’è feeling tra noi anche se non sempre concordiamo ma l’esperienza è tanta, di vino e professionisti ne abbiamo visti scorrere parecchi in questi anni… una cosa è certa e come in altre occasioni: pochi condizionamenti e zero marchette (leggi subito la super-24).

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foto: PB ©

Il Vino Nobile sta lavorando e migliorando tanto, è inconfutabile la crescita in qualità e comunicazione durante l’ultimo decennio. Lotta con energia, cercando di trovare la collocazione finale in questa modernità del vino da cui, apparentemente, sembrava rimasto fuori e che invece lo trova alive & kicking, vivo e vegeto, con numeri positivi in un biennio non proprio floridissimo per il vino italiano.

Se la 2023 (qualsiasi edulcorazione della realtà ci venga raccontata) è stata un’annata memorabilmente orribile per la viticoltura di queste parti con perdite ingenti di volume, per il mercato ha sorriso proseguendo il trend di crescita in valore complessivo di una Denominazione che è certamente vino ma che, nondimeno, è territorio.

Sessantacinque milioni di euro sono, più o meno, il valore medio annuo della produzione vitivinicola con il 70% dell’economia locale che ne è indotto diretto. Si presume che il Vino Nobile di Montepulciano oggi valga circa un miliardo di euro fra fatturato, produzione e patrimonio. Tutto ciò gira su poco più di 2.000 ettari e un’irresistibile (e motivata) attrazione dei turisti per questi luoghi che sanno come pochi altri farti sentire umano e consentirti il distacco dalla frenetica quotidianità senza trasformarti in anacoreta.

Oltre 9 milioni di bottiglie fra Vino Nobile e Rosso messe in commercio lo scorso anno con netta crescita in percentuale per il mercato nazionale. L’export è calato al 66% del totale (principali Paesi importatori: Germania e USA) e del restante 34% quasi la metà non esce dai confini regionali. Obiettivo autarchico? Certamente no, però vale quanto sopra detto per il turismo e, non da poco, la riflessione che in Toscana si beve molto toscano e la concorrenza è tanta… insomma, Montepulciano può sentirsi pienamente soddisfatta del momento.

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foto: PB ©

Ogni anno che passa, qui c’è poi sempre una novità o qualcosa da celebrare. Nel 2020 si festeggiarono i 40 anni dalla prima fascetta nazionale DOCG (la fascetta DOCG n.1 in Italia fu apposta sul collo di una bottiglia di Vino Nobile di Montepulciano), poco dopo arrivò la conferma per l’utilizzo della menzione “Toscana” in etichetta e l’approvazione della specificità “Pieve” come ipotetico vertice qualitativo del prodotto. Lo scorso anno arrivò l’investitura Equalitas come prima denominazione italiana ad aver raggiunto la certificazione di sostenibilità. Nel 2023 fu anche presentata alla stampa una registrazione notarile del 1530, che attestava l’attività di commercio vinicolo di una società locale nel rispetto degli statuti di Montepulciano del 1337. 

La storia ha avuto un ruolo evocativo e referenziale anche quest’anno e non solo nel claim ufficiale “E’ la storia che fa la differenza“, perché è stato presentato un documento del 1766, ritrovato dalla Società Storica Poliziana nell’Archivio di Stato di Firenze che attesta l’origine dell’appellativo “Nobile” legato al vino a Montepulciano. Sulla storia del Vino Nobile, di Montepulciano e dell’uva, siamo certi ne sentiremo ancora parecchie (nel bene e nel male e da varie fonti) da qui al 2030.

Trenta per fare cifra tonda di un decennio, ma trenta anche per agganciarsi a un’altra ricorrenza celebrata quest’anno: ricorrevano infatti 30 anni dalla prima convocazione di giornalisti e operatori per presentare le nuove annate in commercio. Ciò che oggi è considerata normalità, nel 1994 fu avanguardia illuminata ed esempio per altri che ne ripresero l’idea.

30 anni dopo

Erano tempi completamente diversi, basti pensare che i soci del Consorzio all’epoca erano 44 (oggi 91) e, se parliamo di produzione, le 3,4 milioni di bottiglie di Vino Nobile sono diventate 6,9 milioni (praticamente il doppio) e le circa 166.000 di Rosso di Montepulciano sono diventate 2,6 milioni (+ 1562%). Una comunità cresciuta anche nell’impiego delle risorse umane, nella comunicazione e nella promozione con realtà che oggi partecipano, di media, a 7 eventi ufficiali l’anno (c’è addirittura chi ne fa 30) e investimenti che in questi decenni sono serviti per migliorare soprattutto l’adeguamento alla sostenibilità, l’innovazione, l’accoglienza e la promozione.

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Trent’anni di Anteprima che il Consorzio ha voluto celebrare integrando i classici assaggi delle novità con 4 appuntamenti pomeridiani: 2 seminari di approfondimento sulla nuova tipologia “Pieve” (in continuità con quanto fatto negli anni scorsi), un’inedita orizzontale guidata e poi una verticale 1985-2013 di grande suggestione. Appagante oggettivamente più nel valore che nel sapore – ma poi, in fondo, dove starebbe il grave problema? Fra l’altro viviamo tempi dove si tende più a consumare presto che a conservare a lungo – è stato un godibilissimo excursus fra stili aziendali, ere enologiche e condizionamenti climatici. In assaggio:

  • Vino Nobile di Montepulciano riserva 1985 Fanetti
  • Vino Nobile di M. riserva 1986 Contucci
  • V. Nobile di M. Simposio 1995 Tenuta Trerose
  • V. Nobile di M. Antica Chiusina 1998 Tenute del Cerro
  • V. Nobile di M. I Quadri 2004 Bindella
  • V. Nobile di M. Asinone 2005 Poliziano
  • V. Nobile di M. Vigna d’Alfiero 2006 Tenuta Valdipiatta
  • V. Nobile di M. ris. 2010 Il Macchione
  • V. Nobile di M. ris. Bossona 2013 Dei

Fra etichette figlie di annate più o meno vocate e stili più o meno tendenti alla valorizzazione del Prugnolo gentile o della sua maturazione in legno di varie dimensioni, tostature e passaggi, ne siamo usciti consapevoli sia della generale crescita qualitativa progressiva, che di alcune singole eccellenze produttive “ora come allora” che non ci pare il caso di evidenziare (alla fine è il gruppo che vince).

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Mi sono goduto la verticale nel primo pomeriggio, dopo una mattinata di assaggi condivisi e tranquillo sul fatto di poter incontrare poi con calma i produttori. Cosa che invece non è avvenuta, anche per disattenzione mia al programma che precisava la presenza delle aziende dalle 9.00 fino alle 16.00. Ho la sensazione che qualcosa vada decisamente e comunque aggiustato: in tanti apprezziamo degustare con giusta consapevolezza le nuove uscite, farci un approfondimento culturale e magari poi confrontarci a posteriori con i protagonisti.

Non credo che nella sala Maria Russo a piano terra ci fosse una così grande affluenza di mattina… serve cambiare il format che non ha lacune in iniziative e qualità ma che mostra limiti nella gestione temporale. Per non parlare poi della stampa estera. La settimana delle Anteprime di Toscana – doveroso precisarlo – non viene gestita qui bensì altrove e con largo anticipo, ma non fa un bell’effetto vedere colleghi esteri che sembrano entrare in un vortice di vino, cene e appuntamenti ristretti con transfer “vai e ritorna” dall’oggi al domani, poca lucidità e digestione a rischio.

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Dall’Europa, agli USA e oltre, il pensiero mi è parso condiviso: “Non siamo tutti Robert Parker, il vino lo conosciamo, ci fa piacere assaggiarlo e lo apprezziamo da tempo – e lo conoscono davvero, qualcuno farebbe arrossire qualche enosolone dei nostri… – ma, soprattutto in luoghi meravigliosi come questo, sarebbe bello portare a casa e poi raccontare un’esperienza culturale più completa, davvero unica anche per i nostri lettori, anche con un solo giorno in più dedicato ai luoghi che fanno della Toscana… la Toscana!”.

Vabbè, non entro ulteriormente nel merito… vediamo chi la spunterà il prossimo anno fra chi la pensa come loro (chi ama visceralmente Montepulciano), chi pensa che le Anteprime toscane si potrebbero ormai tranquillamente fare tutte a Firenze (chi ama imprescindibilmente il vino) e chi invece ritiene sia il caso di cambiare proprio tutto (alla “Bartali”).

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Novità nel calice e impressioni generali

In attesa quindi della prossima uscita del Vino Nobile di Montepulciano “Pieve” previsto per il 2025 (annata 2021) ci siamo assaggiati 64 nuove etichette del “grifo” (26 erano 2021, 3 selezione 2021, 12 riserva 2020 e 23 di annate precedenti con Triacca, Casanova e Icario che portavano la 2018 e Villa S. Anna presentava addirittura la sua selezione 2016).

Curiosità ce n’era tanta, i vini della 2021 (a detta del Consorzio) genericamente hanno colori molto decisi, profumi intensi dominati da sentori di frutta matura e una notevole struttura caratterizzata da abbondante tannicità e buona acidità. A livello analitico presentano valori elevati di intensità e tonalità di colore, alcol, estratti e di polifenoli totali con livelli medi di acidità e pH.

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Un’annata “battezzata” ufficialmente 4,5 stelle (mezza meno della 2020) che, secondo le nostre impressioni, le vale assolutamente tutte. Se poi volete fare un arrotondamento all’unità: fate 4 se per voi il vino è più bevibilità e fate 5 se per voi è più sapore.

La denominazione complessivamente cresce, questo è ormain un refrain che ci accompagna da almeno un lustro. Cresce in strategie, promozione, rapporti con l’esterno e – vivaddio! – qualità. Fin dove e fino a quando lo farà non ci è dato saperlo ma Montepulciano sta lavorando davvero bene nel calice e oltre.


Abbiamo pensato di salire a 24 nella nostra selezione dei migliori assaggi (24 come l’anno in corso), l’abbiamo deciso a priori è non abbiamo incontrato problemi nel portare il lavoro a termine. Considerate che inseriamo un solo vino per azienda (45 quelle presenti per l’occasione con una o più referenze) e che, una decina di anni fa, sarebbe stato ben più difficile.

Prodotti che ci hanno pienamente convinto e che confermano la fine dello storico divario fra i pochissimi eccelsi e il resto “un po’ meno super“, fermo restando che raggiungere l’estremo livello qualitativo di alcuni noti è davvero compito difficile (almeno per adesso).

Come sempre, la nostra “selezione” non ha la pretesa di essere inconfutabile ma sicuramente abbiamo la certezza che siano vini di alta levatura e rappresentatività di cui vi consigliamo l’assaggio e che meriterebbero una recensione ben più valorizzante rispetto alla sintesi che, per esigenze di immediatezza informativa, vi proponiamo.

Semplici e un po’ banali? No, assolutamente

Ci siamo ritrovati molto nei tratti sensoriali definiti a priori dal Consorzio per i vini 2021 e questo – chi degusta vino abitualmente lo sa – non è per niente banale e scontato: condizioni pedoclimatiche che accomunano alla base una categoria di vino significano riconoscibilità di un territorio, del suo nome e del suo marchio. Sarà poi la capacità di ogni singolo produttore a interpretare i vari andamenti stagionali sulle proprie viti e far emergere il proprio stile enologico.

Una 2021 che, lo ribadiamo, ci è complessivamente piaciuta, che ci è parsa ben interpretata (qui come altrove) soprattutto in quei casi in cui si è riusciti prima di tutto a gestire la forza alcolica (diamo per scontato che tutti ci abbiano quantomeno provato). Se l’astringenza tannica solitamente vi infastidisce, allora meglio passare oltre ma non veniteci a raccontare che vi considerate più di semplici bevitori distratti.

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Visto come si sono susseguiti i mesi nel 2021, non è stato semplice fare un ottimo vino e in tanti ci sono sicuramente riusciti. Poca piovosità (-25% della media), fra l’altro distribuita malissimo nelle fasi di sviluppo di pianta e grappolo, e picchi termici (caldo e, soprattutto, freddo) che hanno fortemente infastidito la crescita: fra il 7 e l’8 aprile le temperature notturne sono scese addirittura sotto lo zero arrecando gravi danni alle gemme in fase di schiusura. Cosa che si è ripetuta anche negli immediati giorni successivi rallentando il naturale germogliamento.

Fasi fenologiche 2021 del Vino Nobile di Montepulciano: germogliamento: 28/3-27/4, fioritura: 2/6-15/6, invaiatura: 27/7-26/8. Due certezze: 1) poteva andare sicuramente molto peggio; 2) qualcuno in vigna e in cantina è stato un vero maestro.

Ben più predisposta l’annata 2020 (si presentavano in anteprima 12 etichette “riserva” e anche 9 “base”), valutata a 5 stelle lo scorso anno dal Consorzio per l’equilibrio e l’eleganza, con fasi vitali distribuite molto più armonicamente: germogliamento: 28/3-19/4, fioritura: 22/5-31/5, invaiatura: 21/7-21/8.

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La Super-24 Vino Nobile

Nella Super-24 dell’Anteprima Vino Nobile 2024 abbiamo come sempre “giocato” immaginandoci un ipotetico podio con un vino per ogni categoria. Tre prodotti fantastici e alla pari per valutazione massima. C’è poi una fascia di eccellenti Vino Nobile 5 stelle e 4,5 stelle. Siamo consci che questi vini non vi deluderanno. Più sotto, un “premio della critica” e quello alla miglior combo.


Il Vino Nobile 2021 Boscarelli ci è parso di un’eleganza sontuosa. Appagante e ben dosato in tutto, è un vino dai varietali distinguibili e al tempo stesso affabile con speziature intriganti e di pregio. Perfetto sulla lingua e lunghissimo. Davvero persistenti sono stati anche i sapori degli altri due vini sul podio. Il selezione “I Quadri” 2021 Bindella Tenuta Vallocaia ha dimostrato ancora che, nonostante avesse uno scarso numero di competitor pari categoria, la sua completezza gustativa è tale da essere ancora e sempre sopra al resto del suo gruppo (ogni anno finisce così). Eccellenti impressioni anche dal riserva 2020 Canneto: grintoso, di carattere ma anche di contenuto. Non abbandona mai il legame con la tradizione, i profumi e l’approccio tattile, ma quest’anno lo ha fatto particolarmente bene consentendo di apprezzarlo in variegate sfumature odorose e signorilità da vendere anche in prospettiva.


Sono almeno 5 le aziende che ci hanno entusiasmato con più di un vino. Nella super-24 riportiamo solo una referenza per produttore ma segnaliamo la nostra “combo” preferita. Quest’anno siamo rimasti colpiti particolarmente dal duo VNM 2021 e VNM selezione “Vigna d’Alfiero” 2021 di Tenuta Valdipiatta. Un doppio colpo di alta qualità, riconoscibile e appagante. Il Vigna d’Alfiero dovrà ancora maturare e stemperare la sua irruente giovinezza ma non c’è il minimo dubbio sul suo essere un grande vino. Buonissimo, davvero, anche il Nobile 2021 di Tenuta Valdipiatta: saporito e concreto senza eccedere come un Vino Nobile per noi dovrebbe essere.

Premio personale “della critica” a Tiberini per il Podere Le Caggiole 2021, un vino che non finiresti mai di berlo, tanto è buono, tanto è profumato e tanto è fresco. Bravissimi.

A voi la super-24 dall’Anteprima Vino Nobile 2024. Lo preciseremo all’infinito: c’è al massimo un solo vino per azienda perché crediamo nella valorizzazione del gruppo, del territorio e della denominazione prima ancora che del singolo produttore.

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foto: PB ©


Super-24
da Anteprima Vino Nobile di Montepulciano DOCG 2024


Con il prezioso contributo di
Emiliano Bogani
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Vino Nobile di Montepulciano 2021
Boscarelli

Al naso fragola e ciliegia appena colte, violetta e rosa fresche che sfumano verso erbe officinali, eucalipto tabacco e cioccolato. Vino affascinante che fa della freschezza e bevibilità il suo punto di forza, sottile e persistente, con un tannino intrigante, di nobile fattura e dal finale tipico agrumato e quel sapiente tocco speziato che… Da Olimpo.
Vino Nobile di Montepulciano sel. ‘I Quadri’ 2021
Bindella – Tenuta Vallocaia

Apertura di agrumi e schiusura floreale verso spezie dolci mai oltredose. In bocca riempie, ti sollecita e ti invoglia con un corpo esemplare dal finale di mora e lamponi. Non finisce mai, vorremmo definirlo un esempio ma non ci sembra politicamente corretto, ci limitiamo a: straordinario.
Vino Nobile di Montepulciano ris. 2020
Canneto

Ciliegia in confettura, erba sfalciata, violetta e rosa appassite, cioccolato, eucalipto, chiodi di garofano, vaniglia. Avvolgente e saporito, il tannino di nobile fattura si fa sentire ancora con un leggero grip, ma vogliamo questo da un riserva e, soprattutto, vogliamo questa persistenza e questo sublime finale di arancia sanguinella.
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foto: PB ©

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Vino Nobile di Montepulciano 2021
Antico Colle

Naso intrigante che apre su mirtillo in confettura e timo, poi agrume, ciliegia, erbe di campo, tabacco e cioccolato. Saporito e fresco, ottima la trama tannica che si fa sentire solo con una lievissima e accettabile nota amarognola nel finale
Vino Nobile di Montepulciano ‘Podere Le Caggiole’ 2021
Az Agr Tiberini

Arriva all’olfatto fragrante di fiori e frutti rossi. Gustoso e dinamico, la freschezza e il tannino perfettamente integrato ne segnano lo sviluppo gustativo e la sicura serbevolezza, chiosando elegantemente il finale con ricordi di menta e arancia sanguinella. Da comprarne una cassa e assaporarne l’evoluzione
Vino Nobile di Montepulciano ‘Silineo’ 2021
Fattoria del Cerro

Impatto olfattivo di menta e cioccolato, quindi i varietali, il timo, la santoreggia. Al sorso freschezza e sapidità fanno da collante nella struttura, ben supportati dal nobile tannino, donando persistenza e un piacevole finale di arancia sanguinella
Vino Nobile di Montepulciano 2021
Poliziano

Naso elegante e tipico, profumi di ciliegia e mora in confettura si fondono a ricordi di fiori rossi appassiti, erbette aromatiche, sentori di legno di cedro e cioccolato. Al gusto è fresco e teso, il tannino signorile è ancora in integrazione e conduce ad una persistenza fruttata ancora leggermente amaricante.
Vino Nobile di Montepulciano 2021
Tenuta di Poggio alla Sala

Soave presentazione al naso, ti porta tanti fiori, piccoli frutti rossi e quel tocco di spezia che ti stimola l’appetito. Di entrata saporita, ha tannini pimpanti che non disturbano un percorso bilanciato, appagante negli aromi e pregevolmente sapido. Moderno, nel senso migliore del termine.
Vino Nobile di Montepulciano ‘La Spinosa’ 2021
Il Molinaccio di Montepulciano

Luminoso, elegante e signorile, sa cosa significa sia tradizione che intrepretazione della modernità. Godibilissimo, di arancia e cipria con finale di erbe. Nei top.
Vino Nobile di Montepulciano 2021
Tenuta di Poggio Uliveto

Al naso è ciliegia gelée, rosa rossa e profumi che lo farebbero più evoluto di quanto invece ti racconta dopo. Sulle papille marca benissimo, un “giustamente” tannico che veicola sapori tipici e gustosi, ben articolati e spalmati nei secondi. E i secondi sono parecchi… molto buono, molto bene.
Vino Nobile di Montepulciano sel. ‘Vigna d’Alfiero’ 2021
Tenuta Valdipiatta

Cacao, noce moscata e mora di gelso. Impatta sulla lingua con decisione e tannino austero di prospettiva. Ottimo adesso per la selvaggina in umido, da solo è bene attenderlo un pochino ma c’è tutto e merita il massimo.
Vino Nobile di Montepulciano 2020
La Combarbia

E’ fiore e frutto scuri, glicine e mirtillo, su cui spinge erbe, note pepate e carnose. Concreto e saldo, si svolge in modo esemplare con calda generosità e lunghezza, chiudendo con ricordi di fragole in confettura.
Vino Nobile di Montepulciano ris. ‘Tenuta Calimaia’ 2020
Marchesi Frescobaldi

Vino Nobile nel nome e nello spirito: entra fresco, si sviluppa in bocca con classe e ti ricorda di essere un riserva con ferma matrice tannica su cui si incastonano aromi di marasca, bocca di leone, trinciato, cioccolato al latte. Generoso e promettente, ci ha convinto a occhi chiusi
Vino Nobile di Montepulciano ris. ‘Bossona’ 2019
Dei

Ciliegia ferrovia, mora in confettura, iris, rosa, poi cioccolato, eucalipto e sottobosco. A oltre 4 anni dalla vendemmia è ancora fresco e dinamico, disegna una trama tannica elegante ancora in integrazione, persistente e dal finale di arancia amara. Grande prospettiva.
Vino Nobile di Montepulciano sel. ‘Soraldo’ 2019
De’ Ricci

Profumi terziari al naso, tabacco, cioccolato, legno di cedro, poi fiori appassiti, nel retro nasale ricordi di frutti in confettura e sotto spirito. Leggiadria olfattiva che non si perde in bocca: fresco, dal tannino scalpitante e buonissima persistenza dal finale agrumato (non scontato per una 2019).
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foto: PB ©
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Vino Nobile di Montepulciano 2021
Tenuta di Gracciano della Seta

Tipica espressività olfattiva arricchita da note di cacao ed erbe aromatiche. Al gusto si presenta saporito e agrumato, dal tannino in integrazione e di buona persistenza.
Vino Nobile di Montepulciano 2021
Vannutelli

Durone di Vignola e mirtillo in confettura, seguiti da iris, humus, eucalipto e vaniglia. Bocca fresca e avvolgente, tannino integrato a sostenere struttura e persistenza in un finale sapido che ricorda il mandarino.
Vino Nobile di Montepulciano 2021
Guidotti

Frutti rossi sotto spirito, fiori appassiti, tabacco e cacao. La freschezza e il tannino in integrazione vengono bilanciati da morbidezze di sostanza e avvolgenti. Persistente nel finale di orangette, merita!
Vino Nobile di Montepulciano 2021
Le Bèrne

Floreale scuro e frutta rossa in confettura con vaniglia, timo e tabacco. Attraenza che prosegue fresca in bocca con sostanza saporita e tannino ancora un po’ prosciugante.
Vino Nobile di Montepulciano 2020
Podere Casanova

Mora, cassis, susina in confettura. Tanta frutta anche in aromi di bocca, saporoso e di notevole estratto con tannini da alleggerire e un finale di tabacco e liquirizia.
Vino Nobile di Montepulciano ris. 2020
Le Bertille

Frutto rosso e sfalcio, profumi freschi e delicati, arancia sanguinella, mirtillo fresco, menta. Sottile in bocca, alla piacevole freschezza aggiunge tannini perfetti. Finale di frutta con adeguata persistenza.
Vino Nobile di Montepulciano ris. ‘Quercione’ 2020
Lunadoro

Piacevolissimo nella sua essenzialità: frutta e fiori scuri freschi al centro sfumati di karkadè, cioccolato e sottobosco. Bilanciato benissimo, è un riserva già godibile con finale lievemente chinato.
Vino Nobile di Montepulciano sel. ‘Pietra Rossa’ 2019
Contucci

Seduce con profumi di ciliegia, rosa e violetta mentre in bocca è più determinato: estremamente fresco, i suoi tannini prosciugano sul finale un percorso godibile e davvero lungo di arancia rossa, erbe e cacao
Vino Nobile di Montepulciano sel. ‘Vigna Scianello’ 2019
La Ciarliana

Semitrasparente all’occhio, ma compatto al palato. Mirtillo, prugna e amarena in confettura con chiodi di garofano e pansé. Oltre quattro anni dalla vendemmia, sostanza e grip dicono che il suo meglio dovrà ancora darlo.

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Premio qualità globale vini: Tenuta Valdipiatta

Premio della critica personale: Tiberini

Lo storico dei riconoscimenti di SI.net negli ultimi anni di Anteprima Vino Nobile

Premio qualità globale

Premio critica


Le sfide che adesso attendono il Vino Nobile sono parecchie e su tutte c’è quella che interessa e intimorisce un po’ tutto il settore vitivinicolo nazionale: come affrontare il cambiamento climatico? Saranno molte la carte che saranno giocate nel prossimo decennio e che, da qualche parte, potrebbero persino portare alla revisione del disciplinare.

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courtesy: Consorzio Vino Nobile di Montepulciano

Per trovare le soluzioni è un po’ presto ma ragionarne si deve e lo si è fatto anche qui, magari un po’ genericamente ma con la competenza del MW Andrea Lonardi e di Riccardo Cotarella. Il presidente di Assoenologi ha anche partecipato con le istituzioni alla consegna del premio “Grifonobile per la sostenibilità etica” riconosciuto all’imprenditore della moda Brunello Cucinelli, ambasciatore del made in Italy, innovatore del concetto di sostenibilità e, non ultimo, grande appassionato di vino.

Cucinelli ha chiuso così: «La bellezza e l’armonia sono i valori che dobbiamo perseguire per continuare a contraddistinguerci in qualità: noi abbiamo i migliori artigiani, i migliori agricoltori, i migliori viticoltori e dobbiamo ritornare a dare più valore alla persona, solo così le nostre imprese potranno continuare a crescere ed essere un modello in tutto il mondo».

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foto: PB ©

Non ce la sentiamo di confermare se i migliori siano davvero gli italiani, siamo però certi dell’eccellenza produttiva e del ruolo essenziale e centrale che meritano le donne e gli uomini di questo settore così apprezzato nel mondo. Ad maiora.



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